Categoria: Astronomia

  • Il cielo del mese: luglio 2025

    Il cielo del mese: luglio 2025

    Con il solstizio d’estate alle spalle e il caldo che ci accompagna da settimane, il cielo di luglio inaugura lo spettacolo notturno tipicamente estivo.

    Le ore di luce iniziano lentamente a diminuire, e con esse cresce il tempo a disposizione per osservare le meraviglie del firmamento.

    Protagonista assoluta è la Via Lattea, che attraversa il cielo da nord-est a sud, disegnando una scia luminosa punteggiata da costellazioni tra le più spettacolari della volta celeste: il Cigno, la Lira e l’Aquila formano insieme il celebre Triangolo Estivo, un punto di riferimento per chi alza lo sguardo in queste notti. In particolare, la regione del Cigno offre alcuni dei campi stellari più densi e affascinanti dell’emisfero boreale.

    Non mancano oggetti celesti notevoli da ammirare con un binocolo o un piccolo telescopio. Anche la luna potrà essere oggetto di valide osservazioni durante il mese.

    Proprio per questo, per meglio apprezzare tutte le varie opportunità osservative di luglio 2025, riportiamo qui sotto un interessante video scoperto su YouTube. Il video è opera del Gruppo Astrofili Cremonesi. Notevole il loro livello di approfondimento e la quantità di dati che offrono all’appassionato astrofilo, ci è sembrato perciò che meritasse di essere condiviso. Eccolo:

    Il Cielo del mese di luglio 2025 ad opera del Gruppo Astrofili Cremonesi, dal loro canale YouTube.

    Di seguito riportiamo, come di consueto, le informazioni sintetiche sugli eventi astronomici tratte dalla sempre ottima pagina dell’UAI, Unione Astrofili Italiani, dedicata al cielo del mese di luglio 2025.


    I testi seguenti sono tratti da: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it

    ***

    Indice

    Sole


    Il giorno 21 passa dalla costellazione dei Gemelli a quella del Cancro. 

    • 1 luglio: il sole sorge alle 5.40; tramonta alle 20.51 
    • 15 luglio: il sole sorge alle 5.50; tramonta alle 20.46 
    • 31 luglio: il sole sorge alle 6.04; tramonta alle 20.32 


    Oltrepassato il Solstizio d’Estate, le giornate tornano lentamente ad accorciarsi.
    Dal 1° al 31 luglio la durata del giorno diventa più breve di circa 43 minuti.

    Luna


    Le Fasi:

    Fasi Lunari luglio 2025
    DataFaseOrario
    02/07/2025Primo quarto21h 30m
    10/07/2025Luna Piena22h 37m
    18/07/2025Ultimo quarto02h 38m
    24/07/2025Luna Nuova21h 11m

    Congiunzioni


    Venere – Pleiadi
    : 3 luglio ore 04:00.  (vedi mappa)

    Luna – Saturno: 16 luglio ore 01:00.  (vedi mappa)

    Luna – Pleiadi: 20 luglio ore 03:00.  (vedi mappa)

    Marte – Venere: 21 luglio ore 04:00.  (vedi mappa)

    Luna – Giove: 23 luglio ore 05:00.  (vedi mappa)

    Luna – Marte: 28 luglio ore 21:30.  (vedi mappa)

    Costellazioni

    cielo del mese luglio 2025
    cielo del mese luglio 2025

    Le brevi notti dell’estate ci costringono ad attendere la tarda serata perché la piena oscurità ci consenta di osservare chiaramente la volta celeste.


    Spente le ultime luci del crepuscolo, volgiamo lo sguardo a Sud-Est ed alziamolo fino quasi allo zenit (*). 
    Non sarà difficile individuare tre stelle particolarmente brillanti. Unendole idealmente con tre segmenti, avremo riconosciuto il cosiddetto “Triangolo Estivo” (vedi mappa): i tre notissimi astri ai vertici sono Vega, Altair e Deneb. Queste stelle fanno parte di costellazioni distinte, rispettivamente LiraAquila e Cigno


    Per tutta la stagione questo inconfondibile gruppo di astri si troverà ben alto sopra le nostre teste a sovrastare il cielo d’estate. 
    Vega è, insieme ad Arturo del Bootes, la stella più brillante del cielo estivo (in effetti, Arturo è impercettibilmente più luminosa).

     
    La costellazione della Lira comprende, oltre a Vega, anche un piccolo gruppo di 4 stelle disposte a parallelogramma. La costellazione raffigura lo strumento musicale di Orfeo, straordinario musicista, che con esso suonava musiche malinconiche, affranto dal dolore per la morte della sua adorata moglie, la ninfa Euridice. 


    La costellazione dell’Aquila ha invece una forma a “T”, e Altair ne rappresenta la testa.
    L’Aquila porta i fulmini a Zeus, dio del Tuono, e lo accompagna in molte leggende. Tra le più note, quella di Prometeo, l’uomo che osò per primo scalare l’Olimpo, il monte degli dei, per rubare il fuoco. Per punirlo Zeus lo legò ad una rupe e mandò l’Aquila a mangiargli il fegato. 


    Completa il trittico la luminosa stella Deneb della costellazione del Cigno, detta anche Croce del Nord, per la sua forma facilmente riconoscibile. 
    Deneb in arabo significa coda: questa stella rappresenta infatti la coda dell’animale in cui si trasformò Zeus per sedurre Leda. Dalla loro unione nacquero i Gemelli (Castore e Polluce, rappresentati nella costellazione zodiacale), Clitennestra ed Elena, destinata a diventare famosa come Elena di Troia. Deneb merita un’attenzione particolare: tra le stelle brillanti del cielo, è la più lontana visibile ad occhio nudo: essa dista oltre 1600 anni luce da noi! 


    Questo significa che la luce che percepiamo è stata emessa 16 secoli fa, poco prima del crollo dell’Impero Romano, e dopo aver viaggiato per anni e anni nel vuoto, solo adesso giunta ai nostri occhi! Per confronto, Altair dista solo 16 anni luce – 100 volte meno di Deneb – e Vega circa 27 anni luce. Questi ultimi due astri sono quindi luminosi principalmente per effetto della loro distanza relativamente piccola.
    Deneb è invece una cosiddetta “supergigante azzurra”, con un diametro pari a oltre 150 volte quello del Sole ed una luminosità di decine di migliaia di volte superiore.


    Abbassando lo sguardo sull’orizzonte meridionale, si potranno riconoscere le costellazioni zodiacali. Procedendo da Ovest verso Est, nelle prime ore della sera si farà appena in tempo a scorgere il Leone, ormai al tramonto, seguito dalla Vergine.
    Non particolarmente appariscente è la costellazione della Bilancia – unico oggetto inanimato tra i segni zodiacali – mentre inconfondibile è la sagoma dello Scorpione con al centro la rossa Antares.
    A Sud – Est possiamo riconoscere il Sagittario, la cui posizione ci indica la direzione del centro della Via Lattea, la nostra Galassia. Ricordiamo l’Ofiuco, la 13° costellazione zodiacale, molto estesa ma priva di stelle particolarmente luminose.

    Allontanandoci dall’eclittica (**), alta nel cielo notiamo la stella che rivaleggia in luminosità con Vega: si tratta di Arturo, nella costellazione del Bootes. Quest’ultima ha una caratteristica forma ad aquilone; accanto ad essa possiamo riconoscere la piccola costellazione della Corona Boreale, a forma di “U”. 
    Spostandoci in alto a sinistra, troviamo la costellazione di Ercole.
    Nel cielo settentrionale troviamo come sempre l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore.
    Guardando in direzione Nord, quindi verso la Stella Polare, l’Orsa Maggiore sarà sulla sinistra, in direzione Nord-Nord-Ovest, mentre in basso a destra possiamo riconoscere Cassiopea e, più in alto, Cefeo

    Note:(*) 
    Lo Zenit è il punto più alto della sfera celeste, proprio sopra la nostra testa: per la definizione geometrica è il punto di intersezione tra la retta verticale passante dal punto di osservazione e la sfera celeste. 
    (**) L’eclittica è il percorso apparente del Sole nell’arco dell’anno lungo la volta celeste; geometricamente, è l’intersezione tra quest’ultima e il piano dell’orbita terrestre.

    METEORE DI LUGLIO 2025

    Luglio è un mese affascinante per chi ama osservare le stelle cadenti. Nelle lunghe serate estive, mentre il sole tramonta tardi e l’aria è ancora calda, il cielo notturno si anima con numerosi sciami meteorici, molti dei quali poco conosciuti ma degni di attenzione. Anche se non raggiungono mai la fama delle Perseidi di agosto, alcuni di questi sciami offrono spettacoli autentici e suggestivi. Il 2025, in particolare, si presenta con condizioni piuttosto favorevoli, fatta eccezione per i giorni intorno al 10 luglio, quando cadrà la Luna piena. 

    La stagione si apre con le theta-Perseidi, che raggiungeranno il loro massimo proprio il 2 luglio, appena prima del primo quarto di Luna. Questo significa che le prime sere del mese offriranno cieli ancora sufficientemente bui per scorgere qualche scia luminosa, soprattutto nelle ore più tarde. Nonostante non siano uno sciame particolarmente ricco, le theta-Perseidi hanno il pregio di annunciare, quasi con discrezione, l’inizio dell’attività meteorica estiva. 

    Pochi giorni dopo, tra il 7 e il 9 luglio, sarà il momento delle alpha-Pegasidi, meteore veloci e a volte spettacolari, che sembrano irradiarsi dalla costellazione di Pegaso. Purtroppo, nel 2025 questo sciame sarà disturbato dalla Luna quasi piena, il cui apice cadrà la mattina del 10 luglio. La luce lunare invaderà il cielo per gran parte della notte, rendendo difficile l’osservazione delle meteore più deboli. Tuttavia, nelle primissime ore serali, quando la Luna non è ancora troppo alta, si potrà tentare comunque qualche osservazione. 

    Subito dopo la Luna piena, tra l’11 e il 12 luglio, si presenteranno le epsilon-Pegasidi, uno sciame minore ma interessante, che condivide l’area del cielo con le precedenti. Anche in questo caso, la Luna, ancora molto luminosa, limiterà la visibilità, ma per chi si trova in luoghi bui e con cieli tersi, qualche scia potrebbe comunque sorprendere. 

    Con l’avanzare del mese, la Luna inizierà a calare e a ritardare il suo sorgere, migliorando sensibilmente le condizioni di osservazione. Intorno alla metà di luglio, si potranno tentare osservazioni delle 20-Aquaridi, uno sciame dal tasso orario piuttosto modesto, ma con un radiante situato nell’Acquario, ben visibile nelle ore centrali della notte. Le meteore sono generalmente rapide, e in alcuni anni sono stati segnalati bolidi isolati. La fase lunare calante garantirà un cielo sempre più buio. 

    Il terzo appuntamento di rilievo sarà con le delta-Sagittaridi di luglio, il cui massimo è previsto tra il 18 e il 20 del mese. In quel periodo la Luna sarà all’ultimo quarto (precisamente il 17 luglio), quindi sorgerà molto tardi, lasciando libero gran parte del cielo notturno per le osservazioni. Queste meteore, sebbene numericamente modeste, appaiono spesso lente e con scie persistenti, offrendo una visione affascinante soprattutto verso sud, dove si staglia la brillante Via Lattea.

    Verso il 25 luglio, pochi giorni dopo la fase di Luna nuova (prevista il 24 luglio), il cielo sarà finalmente buio per tutta la notte, e sarà il momento migliore per apprezzare alcuni sciami più discreti ma affascinanti. Tra questi spiccano le kappa-Delphinidi, attive nella seconda metà del mese, con meteore rapide e sottili che sembrano attraversare il piccolo delfino celeste. Anche se il loro tasso orario non è elevato, la bellezza del cielo privo di luce lunare li renderà ben visibili. 

    Sempre nella stessa finestra temporale, saranno attive le xi-Arietidi di luglio, uno sciame poco noto, ma interessante per la sua posizione e per il fatto che le meteore appaiono spesso dopo la mezzanotte, quando l’Ariete sorge a est. Il cielo completamente buio di fine mese rappresenta una rara occasione per osservarle in condizioni ideali. 

    Negli ultimi giorni di luglio, proprio mentre si avvicina il periodo più atteso dell’anno per gli amanti delle meteore, farà il suo ingresso uno dei protagonisti dell’estate: le delta-Aquaridi meridionali, uno sciame ben conosciuto e regolare, con un picco di attività attorno al 28–30 luglio. Le condizioni nel 2025 saranno ottimali: la Luna, ormai nuova, non interferirà con le osservazioni e il radiante sarà ben posizionato dopo la mezzanotte. Le meteore sono rapide, eleganti, e appaiono numerose, regalando spesso scie persistenti. 

    Nelle stesse notti, quasi a contendersi la scena, si faranno notare anche le alpha-Capricornidi, meteore lente e brillanti, spesso accompagnate da bolidi spettacolari. Anche se il loro tasso orario è contenuto, la qualità delle meteore ne fa uno degli sciami più apprezzati dagli osservatori esperti. Il loro massimo è previsto tra il 29 e il 30 luglio, e quest’anno coinciderà con condizioni lunari eccellenti. 

    Infine, proprio sul finire del mese, inizieranno ad affacciarsi anche le prime Perseidi, ancora lontane dal picco ma già visibili con qualche meteora occasionale. Sarà un modo perfetto per chiudere il mese con lo sguardo rivolto ad agosto, sapendo che il cielo continuerà a regalarci meraviglie.

  • Il cielo del mese: giugno 2025

    Il cielo del mese: giugno 2025

    Giugno 2025 si apre con un evento astronomico di grande fascino: una possibile aurora boreale visibile anche a latitudini insolite, grazie a una forte tempesta geomagnetica. Al tramonto e nelle ore successive, tenete gli occhi puntati al cielo, soprattutto nella serata del 1° giugno, e probabilmente anche nei giorni seguenti.

    Una potente espulsione di massa coronale dal Sole ha infatti generato una tempesta geomagnetica di livello G3, secondo i modelli della NASA. Questo fenomeno, causato da intensi venti solari, potrebbe non solo creare aurore boreali spettacolari, ma anche provocare disturbi ai sistemi elettronici, come blackout o interferenze.

    Sul fronte scientifico, esperti come Giovanni Ghirga di ISDE (vedi articolo su AdnKronos) sottolineano che, sebbene le tempeste solari non rappresentino un rischio diretto per la salute, potrebbero avere effetti indiretti, come alterazioni del ritmo cardiaco o disturbi neuropsicologici in soggetti vulnerabili. Intanto, il monitoraggio di NASA e NOAA continua per valutare impatti su dispositivi medici e sistemi tecnologici.

    UGC 1810: Wildly Interacting Galaxy from Hubble 
    Image Credit: NASAESAHubbleHLAProcessing & Copyright: Domingo Pestana

    Spiegazione (tradotta dalla pagina NASA Apod): cosa sta succedendo a questa galassia a spirale? Anche se i dettagli rimangono incerti, sicuramente ha a che fare con una battaglia in corso con il suo vicino galattico più piccolo. La galassia in primo piano è etichettata UGC 1810 da sola, ma insieme al suo partner di collisione è conosciuta come Arp 273. La forma generale di UGC 1810 – in particolare il suo anello esterno blu – è probabilmente il risultato di interazioni gravitazionali selvagge e violente. Il colore blu di questo anello è causato da enormi stelle che sono blu calde e si sono formate solo negli ultimi milioni di anni. La galassia interna appare più antica, più rossa e infilata di polvere filamentaria fredda. Alcune stelle luminose appaiono bene in primo piano, non correlate all’UGC 1810, mentre diverse galassie sono ben visibili sullo sfondo. Arp 273 si trova a circa 300 milioni di anni luce di distanza verso la costellazione di Andromeda. Molto probabilmente, UGC 1810 divorerà il suo compagno galattico nel prossimo miliardo di anni e si stabilirà in una classica forma a spirale.”

    Non perdete l’occasione di osservare il cielo anche questo mese.

    Le informazioni e i dati seguenti sono tratti dalla pagina Il cielo del mese di giugno 2025. Copyright: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it

    Indice

    Sole

    Si trova nella costellazione del Toro fino al giorno 21, quando passa nella costellazione dei Gemelli. 
    1 giugno: il sole sorge alle 5.39; tramonta alle 20.41 
    15 giugno: il sole sorge alle 5.36; tramonta alle 20.49
    30 giugno: il sole sorge alle 5.40; tramonta alle 20.52 

    (Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana). 

    21 giugno: Solstizio d’Estate 

    Quest’anno il solstizio cade il 21 giugno, precisamente alle ore 02 e 42 minuti (fuso orario di Greenwich). 

    Nel giorno più lungo dell’anno il sole sorge alle 5.36 e tramonta alle 20.51. Il giorno dura 15 ore e 15 minuti. 

    Al mezzogiorno dell’Ora Solare (ovvero alle una dell’Ora Legale attualmente in vigore) il Sole raggiunge il punto di massima elevazione sull’orizzonte. 
    L’altezza raggiunta dal Sole dipende dalla latitudine: a Roma al culmine arriva a circa 71° 30′. A Milano l’altezza massima è 68° (3° 30′ più basso rispetto a Roma), a Palermo invece supera i 75°.

    Luna

    Fasi Lunari giugno 2025
    DataFaseOrario
    03/06/2025Primo quarto05h 41m
    11/06/2025Luna Piena09h 44m
    18/06/2025Ultimo quarto21h 19m
    25/06/2025Luna Nuova12h 31m

    Congiunzioni

    Luna – Marte : il primo evento astronomico del mese è la congiunzione fra la Luna e Marte. La sera del 1° giugno la Luna, che sta per raggiungere la fase di Primo Quarto (il giorno 3) si troverà interposta tra il pianeta rosso e Regolo, la stella più luminosa della costellazione del Leone.  (vedi mappa)

    Luna – Saturno : prima dell’alba del 19 giugno la Luna all’Ultimo Quarto sorge nel cielo orientale in congiunzione con Saturno. I due astri saranno vicini tra loro all’interno della costellazione dei Pesci. (vedi mappa)

    Luna – Venere : tra le prime luci dell’alba del 22 giugno sull’orizzonte a Est al centro della costellazione dell’Ariete potremo ammirare la sottile falce di Luna calante in congiunzione con Venere. (vedi mappa)

    Luna – Pleiadi : poco prima del sorgere del Sole del 23 giugno la Luna, una sottile falce in fase calante, si avvicinerà alle Pleiadi, nella costellazione del Toro, fino ad occultare diverse stelle dell’ammasso stellare. (vedi mappa)

    Luna – Marte : il 29 giugno si ripete lo spettacolo dell’allineamento di astri osservato il 1° giugno, ma con diverso ordine. Dobbiamo osservare nuovamente la costellazione del Leone, ma in questa occasione l’astro più in basso, sulla destra, sarà la stella Regolo; al centro vedremo di nuovo la Luna crescente. Il terzetto è completato da Marte. (vedi mappa)

    Costellazioni

    Mappa delle costellazioni del cielo di giugno 2025.

    In tarda serata sarà possibile vedere sull’orizzonte a Sud-Est la costellazione dello Scorpione: ha un disegno inconfondibile, con le tre stelle a destra, quasi allineate in verticale, che rappresentano le chele dell’animale. 

    Spostandoci a sinistra, troviamo la brillante Antares, una supergigante rossa. La costellazione prosegue con le stelle che ne rappresentano il resto del corpo e la lunga coda, che termina con il pungiglione. Notiamo subito una particolarità delle costellazioni zodiacali estive: esse sono molto più basse sull’orizzonte rispetto a quelle invernali. 

    Mentre nei mesi invernali i Gemelli sfioravano quasi lo Zenit sopra le nostre teste, è invece una sfida per gli osservatori del cielo il riuscire a scorgere tutte le stelle dello Scorpione, così basse da essere spesso in parte nascoste dai rilievi all’orizzonte o dalle foschie serali. L’ideale è osservarlo nelle notti chiare, sul mare, verso Sud, intorno alla mezzanotte. 

    Rimanendo lungo lo Zodiaco, potremo riconoscere più a destra la Bilancia (l’unico oggetto inanimato delle 12 costellazioni dello zodiaco), mentre alla sua sinistra sorgerà il Sagittario.
    A Ovest potremo invece osservare in successione il lento tramontare delle grandi costellazioni del Leone e della Vergine.

    Un discorso a parte lo merita l’Ofiuco, un’estesa costellazione situata sopra lo Scorpione; nonostante le dimensioni è poco spettacolare a causa dell’assenza di stelle particolarmente luminose. Tuttavia l’Ofiuco gode di una certa notorietà per il suo ruolo di “tredicesima costellazione zodiacale”: si tratta di un dettaglio ben noto ad astronomi ed astrofili; semplicemente lo Scorpione si trova in gran parte al di sotto dell’Eclittica, per cui il Sole, una volta sfiorato la parte superiore della costellazione, prosegue il suo cammino nell’Ofiuco, che quindi risulta essere la 13a costellazione a trovarsi sul suo cammino lungo lo Zodiaco.

    Allontanandoci dall’eclittica, alte nel cielo notiamo le due stelle più brillanti del cielo estivo: la più occidentale è Arturo, nella costellazione del Bootes. Più a oriente troviamo Vega. Questo astro fa parte della piccola costellazione della Lira, che insieme al Cigno e all’Aquila forma un ampio triangolo che occupa la porzione più elevata della volta celeste per tutto il periodo estivo.

    Il cielo settentrionale è, come sempre, caratterizzato dalle due Orse. Volgendo lo sguardo verso la Stella Polare che nell’Orsa Minore ci indica la direzione del Nord, vedremo l’Orsa Maggiore dominare il cielo a Nord-Ovest. 
    Dalla parte opposta rispetto alla Stella Polare, a Nord-Est, possiamo riconoscere Cassiopea e Cefeo.

    Meteore

    Con l’arrivo di giugno 2025, il cielo notturno torna a offrire uno spettacolo affascinante per tutti gli appassionati di meteore. Anche se il mese non è tra i più prolifici in termini di intensità degli sciami, numerosi eventi minori, talvolta imprevedibili, animano la volta celeste, regalando occasioni preziose di osservazione. Grazie alla favorevole configurazione delle fasi lunari, che vede la Luna piena l’11 giugno e l’ultimo quarto il 18, gran parte del mese sarà caratterizzata da un cielo sufficientemente buio nella seconda parte della notte, ottimale per avvistare le scie luminose. 

    Tra gli sciami più promettenti spiccano le Lyridi di giugno, attive intorno al 15 giugno. Pur con uno ZHR modesto (5 meteore/ora), offrono meteore veloci e brillanti da un radiante alto nel cielo, visibile per tutta la notte nella costellazione della Lira. Il momento dell’osservazione coincide con il calare della Luna, garantendo condizioni favorevoli. 

    Particolarmente atteso è il ritorno delle Tau Herculidi, legate alla cometa 73P/Schwassmann–Wachmann 3. Questo sciame è noto per occasionali outburst spettacolari, come quello del 2022. Anche se lo ZHR previsto resta basso, la loro imprevedibilità le rende degne di attenzione, specialmente nelle ore tra il 12 e il 14 giugno. 

    Altri due sciami molto interessanti, sebbene meno noti al pubblico, sono le Arietidi diurne e le Zeta Perseidi. Entrambi sono sciami radar, con picchi rispettivamente il 5 e il 6 giugno, e possono manifestare meteore visibili ad occhio nudo poco prima dell’alba. Si tratta di meteore veloci, spesso radenti l’orizzonte, legate alla cometa 96P/Machholz.

    Più discreti ma osservabili con buone probabilità anche in condizioni urbane sono le mu-Cassiopeiidi e le rho-Draconidi di giugno, attivi nei primi giorni del mese, con meteore lente e radiante ben posizionato nel cielo boreale. Questi sciami sono ideali per chi vuole iniziare le osservazioni in serate ancora poco disturbate dalla luce lunare. 

    Nel cuore del mese si distinguono anche le epsilon-Cygnids di giugno, con un radiante posto nella costellazione del Cigno. Le meteore di questo sciame sono luminose e talvolta colorate, visibili specialmente dopo la mezzanotte tra il 10 e il 12 giugno. 

    La seconda metà del mese, favorita dall’avanzare dell’ultimo quarto lunare, sarà dominata da sciami più deboli ma interessanti come le Epsilon Perseidi, le Bootidi di giugno (note per outburst storici, anche se rari) e le Sagittariidi di giugno, quest’ultime con meteore lente provenienti da un radiante basso nel cielo meridionale. 

    In sintesi, giugno offre un ventaglio vario di sciami meteorici, molti dei quali sono ottimamente osservabili nelle ore che precedono l’alba, quando il cielo è più buio e i radianti sono più alti. Per godere al meglio dello spettacolo si consiglia di osservare lontano dalle luci cittadine, stendersi su una coperta o una sedia reclinabile e armarsi di pazienza. Anche in assenza di grandi piogge meteoriche, ogni notte può regalare la magia di una scia improvvisa a solcare il cielo.

  • Arriva Swan la ‘cometa del primo maggio’, ecco come osservarla

    Arriva Swan la ‘cometa del primo maggio’, ecco come osservarla

    Una nuova protagonista sta per solcare i cieli di maggio: la cometa C/2025 F2 (SWAN), soprannominata la “cometa del primo maggio”.

    Scoperta il 29 marzo 2025 dagli astronomi Michael Mattiazzo e Vladimir Bezugly attraverso le immagini dello strumento SWAN a bordo della sonda SOHO, questa cometa potrà forse dare uno spettacolo celeste affascinante per appassionati e curiosi.

    Indice

    Quando e come osservare la cometa SWAN

    Attualmente, la cometa è visibile al mattino nella costellazione di Andromeda, bassa sull’orizzonte est a partire dalle 4:00 ora locale. Per osservarla, è consigliabile utilizzare un piccolo telescopio o un binocolo di buona qualità montato su un treppiede, assicurandosi che l’orizzonte est sia libero da ostacoli e che il cielo sia privo di inquinamento luminoso.

    A partire dal 27 aprile, invece, la cometa inizierà a essere visibile anche alla sera, intorno alle 21:00 ora locale, stavolta però ad ovest. Le condizioni di osservazione miglioreranno progressivamente, raggiungendo il picco di luminosità intorno al 1° maggio, quando la cometa potrebbe raggiungere una magnitudine di +5, rendendola visibile a occhio nudo in cieli bui e limpidi.

    Qui trovate mappe aggiornate e info per osservare la cometa, sul sito Heavens Above:

    https://www.heavens-above.com/comet.aspx?cid=C%2F2025%20F2&lat=45&lng=10&loc=Unspecified&alt=0&tz=UCT

    Mappa della posizione per la Cometa Swan, giorno 1 maggio 2025. Dati e mappa da Heavens-Above. com

    Caratteristiche orbitali

    La cometa SWAN segue un’orbita quasi perpendicolare al piano dell’eclittica, con un’inclinazione di circa 90,37°. 

    Il suo perielio, il punto più vicino al Sole, è previsto per il 1° maggio 2025, a una distanza di circa 0,333 unità astronomiche.

    Dopo il perielio, la cometa si allontanerà rapidamente, con un periodo orbitale stimato in circa 70.000 anni. ​

    Consigli per l’osservazione

    La cometa SWAN offre un’opportunità interessante per osservare un corpo celeste che non tornerà nei pressi della Terra per decine di migliaia di anni.

    Un’occasione da non perdere per tutti gli appassionati di astronomia! Tuttavia, anche se non di difficoltà estrema, l’osservazione di questa cometa può non essere immediata per i meno esperti (tanto la sua localizzazione, quando la sua osservazione ad occhio nudo o con piccoli strumenti).

    Ecco alcuni consigli per cercare di osservarla al meglio:

    • Pianificare l’osservazione, consultando prima mappe del cielo, e pensando a quale potrà essere la località noi andremo a osservare, se ha l’orizzonte libero ad esempio nella direzione dove si troverà la cometa. Qui potete trovare un altro calcolatore della posizione, sulla mappa celeste, della Cometa Swan: https://theskylive.com/c2025f2-info
    • Scegliere quindi un luogo buio: lontano da luci artificiali e con un orizzonte libero da ostacoli.​
    • Utilizzare strumenti adeguati: un binocolo di qualità (magari montato su un treppiede) o un piccolo telescopio (diametro dai 60mm in su) possono fare la differenza nell’osservazione.​ Vedi in fondo alla pagina dopo questo articolo i suggerimenti di strumentazione astronomica.
    • Controllare le previsioni meteo: un cielo sereno è fondamentale per una buona osservazione.​
    • Essere pazienti: l’adattamento dell’occhio al buio richiede tempo; attendere almeno 15-20 minuti senza esposizione a luci intense.​


    Buone osservazioni!

  • Trovata prova consistente di vita sul pianeta alieno K2-18b

    Trovata prova consistente di vita sul pianeta alieno K2-18b

    Il pianeta K2-18b, che orbita attorno a una stella a 120 anni luce di distanza potrebbe avere un ecosistema marino e dunque essere ricco di forme di vita. È stata rilevata infatti la molecola dimetilsolfuro, in grande quantità, una molecola che sulla terra è presente soltanto dove ci sono organismi viventi.

    Questo sembra essere l’indizio scientifico più forte finora trovato dell’esistenza di vita extraterrestre su un altro pianeta. Se ciò fosse confermato, sarebbe una scoperta dalle implicazioni sostanziali.

    Le osservazioni sono state condotte col telescopio spaziale James Webb (JWST). L’astronomo Nikku Madhusudhan, professore all’Università di Cambridge, è l’autore principale dello studio.

    Indice

    Un esopianeta nella zona abitabile

    L’esopianeta K2-18b, situato a 124 anni luce dalla Terra, mostra segni che potrebbero indicare la presenza di vita. 

    Secondo la notizia pubblicata il 17 aprile 2025 su vari importanti giornali, tra cui il New York Times, e The Independent, un nuovo studio pubblicato appena il giorno prima sulla rivista scientifica Astrophysical Journal Letters, parlava di indizi promettenti nell’atmosfera di questo pianeta, considerato uno dei candidati più interessanti per ospitare forme di vita. 

    Ma cosa rende K2-18b così speciale, e quali sono le implicazioni di questa scoperta? 

    K2-18b è un esopianeta di tipo “super-Terra” o “mini-Nettuno”, con una massa circa 8,6 volte quella terrestre e un raggio 2,6 volte maggiore. Orbita attorno a una nana rossa, la stella K2-18, nella costellazione del Leone. 

    La sua orbita di 33 giorni lo colloca nella cosiddetta zona abitabile, la regione attorno a una stella dove le condizioni potrebbero consentire la presenza di acqua liquida, un elemento chiave per la vita come la conosciamo. Questa posizione privilegiata ha attirato l’attenzione degli scienziati sin dalla sua scoperta nel 2015 tramite il telescopio spaziale Kepler.

    Segni di vita nell’atmosfera

    Successivamente, il potente telescopio spaziale James Webb (JWST) ha permesso di analizzare l’atmosfera di K2-18b con una precisione senza precedenti. Già nel 2019 i ricercatori avevano confermato la presenza di vapore acqueo, un risultato rivoluzionario per un esopianeta nella zona abitabile. 

    Poi, più recentemente nel 2023, il JWST ha rilevato metano e anidride carbonica, insieme a una abbondante traccia di dimetilsolfuro (DMS), un gas che sulla Terra è prodotto esclusivamente da organismi viventi, come il fitoplancton. 

    Questa è la prova più forte che ci può essere vita là fuori. Posso realisticamente dire che possiamo confermare questo segnale entro uno o due anni”, ha detto alla BBC l’astronomo Nikku Madhusudhan, professore all’Università di Cambridge e autore principale del nuovo studio.

    La quantità di queste molecole trovate nell’atmosfera di K2-18b è migliaia di volte superiore a quella che c’è sulla Terra, ha dichiarato lo scienziato.

    La rilevazione di questa molecola suggerisce la possibile presenza di vita quantomeno microbica su K2-18b.

    Il Dimetil solfuro, caratteristiche chimiche

    Su Wikipedia si legge che:

    “Il dimetil solfuro, detto anche solfuro di dimetile o metiltiometano o DMS, è un tioetere con formula molecolare (CH3)2S.”

    “La sua produzione è imputabile principalmente alla degradazione del Dimetilsolfoniopropionato (DMSP), un metabolita di alcune alghe marine. Si ritiene infatti che contribuisca a determinare l’odore di salsedine tipico delle distese marine.”

    “Il DMS viene anche prodotto dalla trasformazione, a opera di alcuni batteri, del dimetilsolfossido (DMSO). Sul nostro pianeta Terra, questa molecola è prodotta solo dalla vita.” Fonte: Wikipedia.

    Molecola di Dimetil solfuro, rappresentazione della formula di struttura. Da Wikipedia

    Un oceano globale o un mini-Nettuno?

    Gli scienziati stanno ancora dibattendo la vera natura di K2-18b. Una delle ipotesi suggerisce che il pianeta possa essere una “Hycean” (da hydrogen e ocean), ovvero un mondo con un oceano globale coperto da un’atmosfera ricca di idrogeno. 

    Impressione artistica dell'esopianeta K2-18 b
    Rappresentazione artistica del pianeta K2-18b e della sua stella. Rielaborazione dell’illustrazione di pubblico dominio.

    Questa configurazione potrebbe rendere K2-18b potenzialmente abitabile. Tuttavia, un’interpretazione alternativa lo classifica come un mini-Nettuno gassoso, con un’atmosfera densa e condizioni meno favorevoli alla vita. 

    Ulteriori osservazioni saranno necessarie per chiarire se K2-18b sia davvero un candidato abitabile o un pianeta gassoso senza superficie solida.

    Conclusioni

    La scoperta rappresenta un passo importante nella ricerca di vita oltre il nostro sistema solare. K2-18b diventa così uno dei candidati più promettenti per ospitare forme di vita, accanto ad altri corpi celesti più vicini e di interesse, come Marte o le lune ghiacciate di Giove e Saturno.

    Il team di ricerca, guidato dal professor Nikku Madhusudhan dell’Università di Cambridge, prevede ulteriori studi su K2-18b per approfondire la comprensione della sua atmosfera e della possibile presenza di vita.

    Gli scienziati sottolineano infatti anche la necessaria cautela: è fondamentale escludere che tali composti possano derivare da processi non biologici. Il JWST continuerà a osservare questo esopianeta nei prossimi tempi, e i dati raccolti potrebbero fornire risposte più chiare. 

    Per ulteriori dettagli, è possibile consultare gli articoli usati come fonti su The Independent e sul NewYork Times:

    https://www.independent.co.uk/space/k218b-planet-earth-alien-life-b2734790.html

    https://www.nytimes.com/2025/04/16/science/astronomy-exoplanets-habitable-k218b.html

  • Il cielo del mese: marzo 2025

    Il cielo del mese: marzo 2025

    Marzo è sempre un mese interessante per gli amanti del cielo. L’evento più importante del calendario astronomico è naturalmente l’equinozio di primavera del 20 marzo.

    In questo marzo 2025 poi ci saranno alcuni eventi astronomici che cattureranno l’attenzione, anche se noi alle latitudini italiane potremo apprezzarli solo in parte: ci sarà infatti un’eclissi lunare il 14 marzo, visibile solo parzialmente, e il 29 marzo sarà la volta di un’eclissi solare, anch’essa parziale alle latitudini italiane.

    Athena to the Moon. Image Credit: Intuitive Machines. Dal sito NASA APOD: https://apod.nasa.gov/apod/ap250228.html

    Nell’immagine sopra: “Il pianeta Terra è appeso sullo sfondo di questo selfie dell’era spaziale. L’istantanea è stata catturata dal lander IM-2 Nova-C Athena, subito dopo la separazione dello stadio dopo il suo lancio sulla Luna il 26 febbraio. Un alto lander robotico, Athena dovrebbe atterrare giovedì 6 marzo a Mons Mouton, un altopiano vicino al Polo Sud della Luna. Il sito di atterraggio previsto si trova nella parte centrale di una delle potenziali regioni di atterraggio di Artemis 3. Athena trasporta rover ed esperimenti come parte del programma Commercial Lunar Payload Services della NASA, tra cui un trapano destinato a esplorare sotto la superficie lunare alla ricerca di prove di acqua congelata. Trasporta anche un drone propulsivo soprannominato Micro Nova Hopper. Dopo il rilascio sulla superficie lunare, il drone autonomo ha lo scopo di saltare in un cratere vicino e inviare i dati scientifici al lander.” Fonte: NASA / APOD: https://apod.nasa.gov/apod/ap250228.html

    Riportiamo ora le informazioni sul Cielo del mese, prese dalla pagina UAI: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it

    Sole


    Si trova nella costellazione dell’Acquario fino al 12 marzo, quando passa nella costellazione dei Pesci.

    • 1 marzo: il sole sorge alle 6.47; tramonta alle 18.02 
    • 15 marzo: il sole sorge alle 6.24; tramonta alle 18.19 
    • 31 marzo: il sole sorge alle 6.56; tramonta alle 19.37 (ora legale) 


    La durata del giorno aumenta di 1 ora e 26 minuti dall’inizio del mese. 

    (Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana). 

    Fino a sabato 29 marzo gli orari sono espressi in TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale). 
    Da domenica 30 marzo 2025 gli orari sono espressi in Ora Estiva (o “Ora Legale”), pari ad un’ora in più rispetto all’Ora Solare o TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale), ovvero due ore in più rispetto al Tempo Universale (TU). 

    EQUINOZIO DI PRIMAVERA: il 20 marzo alle ore 09 e 02 minuti (TU).

    29 marzo – Eclisse parziale di Sole

    (DATI TRATTI DALL’ALMANACCO UAI 2025)

    L’eclisse è visibile nel nord, centro e parte del sud Italia. 

    • A Belluno inizia alle 10:31 e termina alle 11:50 di TU con una % di diametro solare coperto del 15.6%.
    • A Roma (42° N, 12° E) inizia alle 10:34 e termina alle 11:33 di TU con una % di diametro solare coperto del 7.9%. 
    • A Napoli inizia alle 10:50 e termina alle 11:19 di TU con una sottilissima % di diametro solare coperto del 1.8%. Il capoluogo campano si trova in prossimità del limite della fascia di eclisse. 


    Sono quindi escluse la Basilicata, la Calabria, la Sicilia e parte della Puglia (si nel Gargano, no a Bari). 
    Altrove l’eclisse è visibile in Africa nord-occidentale, nel nord Europa, e nella Russia settentrionale. 
    La magnitudine è 0.936. 

    Come sempre si raccomanda tassativamente di osservare il Sole solo con strumenti adeguati, al fine di evitare danni permanenti alla vista.

    Questi i tempi dei contatti [gli orari sono espressi in TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale) = TU + 1h ] :

    Evento ( h , m )
    – Inizio eclisse : 09 h 50.6 m.
    – Centralità : 11 h , 47.3 m.
    – Fine dell’eclisse : 13 h 43.6 m.

    Luna

    Le Fasi:

    Fasi Lunari marzo 2025
    DataFaseOrario
    06/03/2025Primo quarto17h 32m
    14/03/2025Luna Piena7h 55m
    22/03/2025Ultimo quarto12h 30m
    29/03/2025Luna Nuova11h 58m

    14 marzo – Eclisse totale di Luna

    (DATI TRATTI DALL’ALMANACCO UAI 2025)

    In Italia è visibile la fase iniziale di penombra e d’ombra al mattino prima del tramonto della Luna.
    La totalità è visibile nell’Ovest d’Europa ed Africa, nel Nord e Sud America e negli oceani Atlantico e Pacifico. 
    La magnitudine dell’eclisse è 1.1784. 

    Questi i tempi dei contatti [gli orari sono espressi in TMEC (Tempo Medio dell’Europa Centrale) = TU + 1h ] :

    Evento ( h ; m )
    La Luna entra nella penombra : 04 h 57.4 m.
    La Luna entra nell’ombra : 06 h 09.5 m.
    Inizio della totalità : 07 h 26.0 m.
    Massimo dell’eclisse : 07 h 59.9 m.
    Fine della totalità : 08 h 31.4 m.
    La Luna esce dall’ombra : 09 h 47.8 m.
    La Luna esce dalla penombra : 11 h 00.0 m.

    mappa del cielo marzo 2025 eventi astronomici eclisse di luna 14 marzo e eclissi di sole il 29 marzo e equinozio di primavera il 20 marzo
    Mappa del cielo di marzo 2025

    Pianeti

    Tutti i pianeti che abbiamo osservato a lungo nei mesi precedenti vedono anticipare l’orario del proprio tramonto e di conseguenza si riduce sempre più il tempo a disposizione per osservarli.

    Il pianeta che tramonta per ultimo e che rimane quindi osservabile più a lungo è Marte, che rimane visibile fino a dopo la mezzanotte. All’inizio della notte lo possiamo vedere al suo culmine in direzione Sud. Marte rimane per tutto il mese nella costellazione dei Gemelli in un suggestivo avvicinamento con le sue stelle più brillanti, Castore e Polluce.

    Giove: il pianeta è ancora visibile nella prima parte della notte, ma l’intervallo di tempo disponibile per osservarlo si riduce progressivamente. Al calare dell’oscurità potremo ammirarlo sempre più basso sull’orizzonte in direzione Ovest. Giove rimane per tutto il mese nella costellazione del Toro.

  • Fotografare le stelle con reflex e treppiede: tutte le cose da sapere

    Fotografare le stelle con reflex e treppiede: tutte le cose da sapere

    La fotografia astronomica senza inseguimento: un’astrofotografia “rilassata”

    Si può fare astrofotografia con reflex e cavalletto? Sì, certamente. I risultati saranno naturalmente un po’ diversi dalle foto super luminose “stile telescopio Hubble” che certi bravissimi fotografi del cielo mettono in mostra sui loro siti e pagine social. Ma ciò non significa che con pazienza e abilità, non si possa divertirsi e creare fotografie astronomiche ugualmente memorabili.

    È senz’altro un tipo di fotografia particolarmente gratificante, proprio perché più “veloce” di altri tipi di astrofotografia (che hanno bisogno di molto più tempo per allestire tutta la strumentazione) e relativamente economica: tanti fotografi amatoriali possiedono ad esempio già un treppiede in casa. 

    Ma se ancora non ne avete la dotazione con cui sperimentare foto astronomiche dal giardino o dal balcone, e se avete bisogno di consigli sulla strumentazione, in questo post vi suggerirò quali sono i pochi ma essenziali strumenti adatti per l’astrofotografia, come un buon treppiede e un buon obiettivo luminoso, oltre a spiegarvi i fondamentali per calcolare il tempo di esposizione.

    Per reperire la migliore strumentazione astronomica consiglio Astroshop.it, il più grande rivenditore di articoli astronomici in Europa, con negozi in Italia, Germania, e altri stati europei.

    Esempio: un ottimo set per l’astrofotografia:

    Questo treppiedi in alluminio + testa fotografica, entrambi dell’ottima azienda italiana Manfrotto, è una combo che ti durerà a lungo. Solido e versatile nei movimenti, è perfetto per cimentarsi nella fotografia astronomica:

    Manfrotto Treppiede Aluminio MK290XTA3-BH con testa a sfera

    Treppiede Manfrotto + testa a sfera

    Che cosa fotografare

    Per prima cosa cerchiamo di capire che cosa si prefigge la fotografia astronomica con fotocamera e treppiede?

    Potremmo rispondere: molte cose! Ad esempio, è possibile fare dell’ottima fotografia di paesaggio, ampi campi stellari, foto della via lattea – dove ancora ci sono cieli bui… – e delle cosiddette star trails (una foto a lunga posa che ritrae il movimento apparente della vista celeste). 

    Avendo cura di scegliere esposizioni a lunga posa, sui 20 secondi, con un obiettivo grandangolare luminoso, e una fotocamera di recente produzione capace di buona sensibilità ISO, si possono produrre foto di ampie porzioni della via lattea e costellazioni, di grande impatto visivo.

    E poi ancora: è possibile fare fotografia di ampie fette di cielo ritraendo una o più costellazioni, oppure anche documentare fenomeni celesti che si dispiegano su porzioni di cielo piuttosto estese, come congiunzioni, comete luminose (anche se quest’ultime sono piuttosto rare), e ricordiamo anche soggetti apparentemente più ordinari ma non banali, come fotografare la luna, le eclissi, eccetera. 

    Esempio di foto di “startrails”: ottenuta con una lunga posa, senza badare all’inseguimento delle stelle. in questo caso le “scie” luminose delle stelle sono un effetto voluto.

    In sintesi: si può fotografare tutto ciò che non prevede un “inseguimento” motorizzato del moto apparente delle stelle. Dunque sono escluse le foto a lunga posa che cercano di catturare la luce degli oggetti più tenui, come ad esempio la maggior parte delle galassie e nebulose. 

    Rimane comunque un vasto programma di soggetti che nessun astrofilo appassionato di astronomia ancora è riuscito a esaurire, pur utilizzando soltanto fotocamera e treppiede! Bisogna soltanto impratichirsi con poche semplici regole che riguardano soprattutto i tempi di esposizione. Di seguito vedremo gli aspetti principali. 

    La scelta del treppiede e della testa fotografica

    Il treppiede per fotografia astronomica deve avere poche ma essenziali caratteristiche. 

    Innanzitutto sarebbe meglio precisare che il treppiedi o cavalletto si compone in realtà di due parti, che non necessariamente sono vendute insieme: il treppiede vero e proprio e la testa fotografica. 

    Un treppiede può essere o può non essere venduto con testa inclusa. Dunque prestate attenzione durante l’acquisto a questo dettaglio.

    Il treppiede sono le “tre gambe” più l’asta centrale. La testa fotografica è ciò che si innesta alla sommità dell’asta centrale, e sarà sulla testa che andremo ad avvitare la nostra fotocamera.

    Il treppiede deve essere solido, robusto, non può muoversi ad ogni refolo di vento! Deve avere una ragionevole fermezza, in grado di arrestare le vibrazioni e il movimento. Infatti, una delle principali battaglie “contro i mulini a vento” di chi fotografa le stelle è quella contro l’effetto mosso, o meglio il micro mosso. 

    Intendiamoci, l’astrofotografia con l’uso del treppiedi contempla come accettabile un certo mosso. Si tratta per lo più di un mosso dovuto al moto apparente delle stelle, che con un tempo di posa leggermente non ottimale può comunque manifestarsi, soprattutto quando andiamo ad ingrandire l’immagine una volta scattata.

    Tuttavia, il mosso per colpa del treppiede è ciò che più dovremmo cercare di evitare. Questo si ottiene principalmente in due modi:

    1) impiegando un tempo differito di scatto, ossia il ritardo di esposizione, esattamente come quando scattiamo una foto di gruppo. Sulle fotocamere è frequente trovare impostazioni di ritardo di scatto di 10 secondi o meno, e spesso bastano anche 3 o 5 secondi a fermare le vibrazioni dopo aver premuto il pulsante di scatto, se il treppiede è stabile.

    2) Inoltre, il mosso si cerca di evitare il più possibile poi scegliendo un valido treppiede!

    Si potrebbe dire che un treppiede fotografico, se è costruito come un carro armato è meglio! Il miglior treppiede non è quello che vi alleggerisce il peso, ma è quello più stabile. In più, prendete una testa fotografica che consenta ampi angoli di movimento.

    Poi ci sono anche ottimi treppiedi robusti e leggeri allo stesso tempo, come quelli della marca Manfrotto specificamente realizzati in carbonio. Sono più costosi, ma indubbiamente vi garantiscono stabilità, affidabilità, e contengono il peso in misura più che accettabile.

    La testa fotografica

    La testa fotografica, o testa video, deve avere sistema di blocco sicuro. Cioè una volta puntata la fotocamera verso il cielo, e bloccata la testa fotografica in quella posizione, non deve scivolare a causa del peso in altre posizioni. 

    Ci sono anche teste a sfera o ball head adatte a quello scopo. È un tipo di testa fotografica. Anche lì l’importante è che abbiano un efficace leva di blocco. Le migliori teste fotografiche sono ben equipaggiate per essere sfruttate in fotografia astronomica. 

    Un esempio di testa a sfera (“ball head”) montata su un treppiede.

    Riassumendo alcuni dei vantaggi della fotografia astronomica “leggera”:

    Qualsiasi combo treppiede più fotocamera sarà comunque più leggero dei sistemi composti da telescopio più reflex.

    Col treppiede porterete relativamente pochi kg di attrezzatura, diciamo tra 3 e 6 indicativamente. Mentre con un telescopio e fotocamera difficile scendere sotto i 10 15 kg. 

    Riassumendo i benefici dell’astrofotografia “light”:

    Facilità di trasporto: Potrete ragionevolmente trasportare a mano o in uno zaino o borsa tutta l’attrezzatura necessaria, quindi sarà facile recarvi sul punto di osservazione dove vorrete fotografare il cielo

    Rapidità di utilizzo: sarà più rapido mobilitare e smobilitare l’attrezzatura e avrete più voglia di fare astrofotografia perché non ci vorranno decine di minuti e sfacchinate come invece avviene quando volete tirare fuori il telescopio e tutto ciò che comporta: attendere l’acclimamento delle ottiche, collegare tute le periferiche, eventualmente anche un computer eccetera. No, basterà tirar fuori treppiede, montare sopra la fotocamera, spesso ci sono attacchi rapidi che con un clic consentono di innestare il corpo, e via. 

    La Regola del 500 (o del 600): calcolare il tempo di esposizione

    Veniamo ora ai tempi di esposizione. Quando si scatta una foto al cielo notturno con un treppiede, e non si usa un astro inseguitore, dunque senza motorizzazione, uno dei problemi principali è il movimento apparente delle stelle dovuto alla rotazione terrestre.

    Se il tempo di esposizione è troppo lungo, le stelle appariranno come scie anziché come punti luminosi. Per evitare questo effetto si può applicare la Regola del 500 (o del 600), una formula empirica utilizzata dagli atrofili/fotografi per stimare il tempo massimo di esposizione prima che le stelle inizino a lasciare una traccia visibile.  

    Se non vogliamo che le stelle risultino palesemente mosse saremo vincolati a usare tempi di esposizione contenuti, in genere dell’ordine di alcuni secondi, o al massimo di alcune decine di secondi.

    La principale variabile – oltre al soggetto che vogliamo ritrarre, come vedremo – è l’obiettivo fotografico che intendiamo impiegare.

    La formula è la seguente:

    T=\frac{500}{f}

    Dove:

    • T è il tempo massimo di esposizione (in secondi),
    • f è la lunghezza focale dell’obiettivo (in millimetri).

    Alcuni fotografi usano 600 anziché 500, soprattutto con sensori full-frame, poiché un valore più alto permette un tempo di esposizione leggermente più lungo prima che le stelle risultino mosse.

    Esempi pratici

    • Se si utilizza un obiettivo da 20 mm su una fotocamera full-frame:

    T=\frac{500}{20}=25 secondi

    Si potrà esporre fino a circa 25 secondi senza un evidente effetto scia.

    • Se si usa un obiettivo da 50 mm:

    T=\frac{500}{50}=10 secondi

    In questo caso, il tempo di esposizione massimo sarà di 10 secondi, poiché un obiettivo più lungo amplifica il movimento apparente delle stelle.

    Per fotocamere con sensori APS-C o Micro 4/3, bisogna considerare il fattore di crop, dividendo il valore della focale effettiva. Ad esempio, su un sensore APS-C con fattore di crop di 1,5x, un obiettivo da 20 mm equivale a 30 mm su full-frame, quindi il calcolo sarà:

    T=\frac{500}{30}≈16 secondi

    Ottimizzare il tempo di esposizione

    Anche se la Regola del 500 suggerisce un certo valore, è meglio essere conservativi e ridurre leggermente il tempo – ad esempio passando da 25 a 20 secondi o da 10 a 8. In genere questo può migliorare la nitidezza dell’immagine, specialmente su fotocamere con sensori ad alta risoluzione, dove anche un minimo movimento è più evidente.

    Inoltre, la velocità angolare con cui le stelle si muovono nel cielo non è uniforme:

    • Le stelle vicine all’equatore celeste (la zona centrale del cielo) si muovono di un moto apparente più rapido (la loro velocità angolare è maggiore) e mostreranno il movimento prima.
    • Le stelle vicine ai poli celesti (come la Stella Polare nell’emisfero nord) hanno un moto apparente molto più lento, il che permette esposizioni più lunghe senza che diventino scie.

    Se il tuo soggetto è una costellazione vicino al polo, potrai usare tempi di esposizione più lunghi senza problemi evidenti. Viceversa, se stai fotografando regioni del cielo più vicine all’equatore celeste, dovrai essere più cauto per evitare il mosso.

    Esempio di fotografia astronomica che coglie una parte della costellazione di Orione.

    **

    Tutto questo vale in modo abbastanza pacifico per tutto ciò che riguarda la fotografia delle costellazioni e dei campi stellari.

    Ormai le reflex digitali recenti hanno una ottima sensibilità. Si consiglia ad ogni modo di impostare la sensibilità ISO in modo da contenere il rumore. Voi stessi conoscete le caratteristiche e i limiti della vostra fotocamera!

    Ma se vogliamo fotografare la Luna??

    La formula vista sopra si adatta bene agli oggetti del cielo notturno, esclusa la Luna. Infatti il nostro satellite è troppo luminoso in confronto al fondo del cielo. Avrà bisogno di tempi di esposizione molto più rapidi.

    In genere fotografare la luna è abbastanza facile. 

    Come fotografare la luna

    La Luna è un oggetto molto luminoso e in rapido movimento nel cielo, quindi le impostazioni della fotocamera devono essere regolate di conseguenza.

    Obiettivi consigliati: Per ottenere dettagli apprezzabili del nostro satellite, è preferibile usare un teleobiettivo. L’unico inconveniente è che in genere un buon teleobiettivo è un accessorio costoso. Però appunto la luminosità della luna aiuta, e anche uno “zoomone” di quelli tipo 28-200 piuttosto chiusi che spesso si vedono abbinati alle reflex, è in grado di consentire buone foto lunari.

    Si consiglia comunque un teleobiettivo dai 180mm in su: in genere, più è lungo e di buona qualità meglio. Ben vengano quindi i 200 mm, i 300mm ecc.

    Tenete in considerazione però che un teleobiettivo più è grosso e pesante più accentuerà le vibrazioni, l’instabilità generale del sistema fotocamera-treppiede. Questo è un ulteriore motivo per scegliere un treppiede solido.

    Tempi di esposizione?

    La luna piena può accontentarsi di esposizioni brevi e sensibilità basse. Per esempio, come criterio generale ( che può essere modificato variando in modo corrispondente i valori), per la luna piena: f/11, ISO 100 e 1/100 di secondo.

    La messa a fuoco automatica può non essere precisa sulla Luna (ma del resto anche sul cielo stellato), quindi è sempre meglio regolarla manualmente, ingrandendo l’immagine sul display Live View della fotocamera.

    Quando la luna si trova invece nelle altre fasi e vogliamo catturare uno spicchio di luna, il consiglio è di sperimentare facendo alcune prove. Spesso inoltre la luna può essere integrata in una più ampia inquadratura per ottenere suggestivi paesaggi notturni, specialmente se ci sono altri elementi nel paesaggio che regalano un’atmosfera unica.

  • The 3 Best Binoculars for Astronomy

    The 3 Best Binoculars for Astronomy

    The Ultimate Guide to Astronomy Binoculars: Nikon, APM, and Swarovski. From a Night Sky Enthusiast.


    When I look up at the starry sky, I always feel a sense of wonder. It’s an experience that never ceases to amaze me, even after years of observation.

    For us astronomy enthusiasts, whether beginners or experts, binoculars are an essential tool. They’re not just a budget-friendly alternative to a telescope but a true travel companion.

    With good binoculars, you can learn to navigate the constellations, spot star clusters and nebulae, and even enjoy the Milky Way in all its splendor.

    It’s a tool that doesn’t require complicated setups: you grab it, step outside, and observe. And if you already own a telescope, binoculars become the perfect complement, ideal for exploring wide sections of the sky before aiming your lens at a specific target.

    In summary – Our top pick for everyone:


    The Nikon Action EX 10×50 offers the best price-to-performance ratio, suitable for both beginners and experts. However, I recommend reading the entire guide before deciding! You might prefer other binoculars depending on your needs.

    Nikon Binoculars Action EX 10x50 CF WP

    Check out the Nikon EX 10×50 on Astroshop.eu, Europe’s largest retailer of astronomy equipment, with locations in several countries:


    Whether you’re a beginner taking your first steps or an expert with hours of observation behind you, a quality pair of binoculars should always be part of your equipment.

    But how do you choose the right one?

    Criteria for Choosing Astronomy Binoculars

    The first thing to consider is optical quality. It’s not just about magnification but about seeing with clarity and definition. The lenses must be well-crafted, free of impurities, and equipped with advanced anti-reflective coatings to ensure sharp, high-contrast images.

    Brightness is equally crucial: the night sky is a dimly lit environment, so the binoculars need to gather as much light as possible. For this reason, formats like 8×40 and 10×50 are often the most suitable.

    Among the most suitable binoculars for astronomical use are those with dimensions of 8×40 and 10×50: the first number is the magnification, and the second is the lens or objective diameter.


    The first number (8x or 10x) indicates the magnification, while the second (40 or 50) represents the lens diameter in millimeters. For example, a 10×50 offers a good balance between power and light-gathering ability, making it versatile for observing both constellations and fainter objects like nebulae and galaxies.

    Then there are so-called giant binoculars, like the 20×80, which many consider exceptional for astronomy. It’s true—their wide aperture allows them to capture a lot of light—but they’re not practical for everyone.

    They’re heavy, bulky, and impossible to use handheld: they require sturdy, stable tripods, often with specific adapters. This makes them better suited for specialized use.

    But for someone looking for a tool to grab quickly and take along on a nighttime walk, the convenience of a more compact pair, which you can use without support, is unbeatable.

    Now, let’s take a closer look at our selection of 3 excellent models.

    1. Nikon Action EX 10×50: A Classic for the Starry Sky

    When choosing binoculars for astronomy, opting for a brand like Nikon is a safe bet. For decades, Nikon has been synonymous with quality optics, not only for photography but also for instruments like binoculars and spotting scopes.

    With the Nikon Action EX 10×50, you get a product that offers an excellent balance between performance and practicality. The 10×50 format is already a benchmark for those seeking bright binoculars: the 50 mm lens diameter allows them to gather a significant amount of light, essential for observing faint celestial objects like nebulae and galaxies.

    Here’s one of the many video reviews you can find on YouTube of the Nikon 10×50 EX. Just to get an idea of the tool! This binocular has an excellent reputation as a reliable instrument for astronomical use.

    This binocular uses so-called Porro prisms, an optical configuration named after the Italian engineer Ignazio Porro, who developed it in the 19th century. Porro prisms are arranged to create a “Z”-shaped optical path, which allows for greater separation between the objective lenses and the eyepiece lenses.

    This design, simpler than roof prisms, is particularly well-suited for astronomy: fewer optical surfaces mean less light dispersion, a crucial factor when observing the faint glow of stars. It’s no coincidence that the other binoculars on this list also use this configuration—in astronomy, simplicity is a valuable asset.

    The Nikon Action EX 10×50 has several features that make it an excellent choice. Its multi-coated anti-reflective lenses and BaK-4 prisms ensure sharp, high-contrast images with optimal light transmission. It’s also durable: the body is rubber-coated for a secure, shock-resistant grip, and it’s waterproof and fog-proof thanks to nitrogen filling. This makes it ideal for tough conditions, like nighttime humidity or rugged outdoor excursions. The field of view is wide (about 6.5 degrees), perfect for exploring large sections of the sky, and its weight of around 1 kg keeps it manageable for handheld observation sessions. However, for longer sessions, a tripod can be helpful (or better yet, a tip: try stargazing while comfortably reclining on a deck chair—it’s a fantastic position for summer binocular observations!).

    If you’re thinking of a gift for a young astronomy enthusiast, this binocular is a safe bet. Not only will it impress, but it also offers a tool that can truly make a difference. The price is reasonable, yet the optical quality is surprising for this range. Even an experienced astronomer will find it a reliable companion: it’s not among the most expensive binoculars, so there’s no fear of damaging it by taking it on the go, keeping it in the car for impromptu observations, or using it in less-than-ideal conditions. It’s the kind of tool you won’t hesitate to use, and that’s a quality every enthusiast appreciates.

    Nikon Action EX 10×50


    The Nikon Action EX 10×50 offers the best price-to-performance ratio, suitable for both beginners and experts.

    Nikon Binoculars Action EX 10x50 CF WP

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    2. APM 10×50 ED APO: The Binocular for Demanding Astronomers

    Let’s now move on to a binocular in a higher price and performance range: the APM 10×50 ED APO. This instrument is specifically designed for astronomy, and it shows in the details that make a difference. For example, the focus is individual for each eyepiece. This system, typical of high-end binoculars for astronomical use, allows for precise sharpness adjustment for each eye—a huge advantage when observing stars. It’s no coincidence that binoculars with this feature are less suited for general use: the lack of central focusing makes them less practical for dynamic activities like birdwatching, where you need to quickly adjust for distance. But for astronomy, where the observed object is often fixed and distant, individual focusing is perfect.

    Another feature that sets the APM 10×50 ED APO apart is the use of low-dispersion lenses, indicated by the ED (Extra-low Dispersion) designation. These lenses are designed to minimize chromatic aberrations, an optical phenomenon where light, composed of different frequencies, disperses as it passes through the lenses, creating colored halos around bright objects. ED lenses reduce this effect, ensuring sharper and more contrasted images, especially when observing bright stars or luminous edges like those of the Moon. It’s a feature that makes a difference, particularly for those seeking fine details and a high-quality visual experience.

    APM is a German brand that has earned an excellent reputation among astronomy enthusiasts. Founded as a company specializing in the distribution of high-end optical instruments, APM (short for Astro-Photo-Mechanik) has distinguished itself for the quality of its apochromatic refractors and binoculars designed for celestial observation. After taking over the distribution of instruments from the historic “telescope workshop” TMB, APM has continued to offer products that combine optical precision and mechanical robustness, becoming a benchmark for the most discerning astronomers.

    The APM 10×50 ED APO sits in a higher price range than the Nikon Action EX 10×50 — about twice as expensive — but it offers features that justify the investment. It’s a binocular for those who want to treat themselves, for those who understand that quality comes at a cost and that, in astronomy, every detail matters. Experienced astronomers will find this instrument to be a perfect ally for unforgettable observation sessions: the sharpness of the images, the brightness, and the chromatic correction make it ideal for exploring star clusters, nebulae, and galaxies. The design is also well-crafted: the magnesium body makes it lightweight and durable, while the nitrogen filling ensures waterproofing and protection against fogging.

    If you’re an astronomer who isn’t satisfied with settling and wants the best for your observations, the APM 10×50 ED APO is a choice that won’t disappoint. It’s a binocular that will deliver excitement every time you point it at the sky.

    APM 10×50 ED APO


    The APM 10×50 ED APO

    APM Binoculars 10x50 Magnesium ED APO

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    3. Swarovski Habicht 7×42: A Timeless Icon

    And here we are, at a true gem, a jewel of optics that every astronomer should treat themselves to at least once in their lifetime: the Swarovski Habicht 7×42. This binocular is more than just a tool; it’s an icon, a symbol of excellence that, despite the passage of time, remains a benchmark thanks to the Austrian company’s ability to refresh it without betraying its essence. Swarovski is synonymous with absolute quality, and the Habicht 7×42 is no exception.

    An unboxing video of the stunning Swarovski Habicht 7×42, from YouTube.

    At first glance, it might seem odd to go from the 50 mm diameter of the previous models to a 42 mm. But don’t be fooled: it’s not just about size, but optical quality. Swarovski lenses are renowned for their purity and advanced multilayer coatings that ensure exceptional light transmission, up to 96%. This means that, despite the slightly smaller diameter, the amount of light reaching your eyes is remarkable, surpassing many binoculars with larger but lower-quality lenses. It’s like looking through invisible glass: the images are bright, sharp, and with a contrast that leaves you speechless.

    The 7x magnification might seem less powerful compared to a 10x, but it’s actually an advantage for astronomy. Lower magnification means a wider apparent field of view, ideal for exploring large sections of the sky and navigating between constellations. Additionally, the 6 mm exit pupil (among the largest in this category) allows you to make the most of the light gathered, making the binocular perfect for observing in low-light conditions. This is especially useful for those observing under dark skies, where every photon counts.

    The design of the Habicht 7×42 is another strength. The Porro prisms, like in the previous models, ensure optimal light transmission and a three-dimensional image that roof-prism binoculars can’t match. The body is sturdy yet lightweight, thanks to its aluminum alloy construction, and it’s completely waterproof and nitrogen-filled to prevent fogging.

    There’s also a GA version (with green rubber armoring) that offers extra protection against impacts and abrasions. It’s a binocular that can handle the toughest conditions, ready to follow you anywhere.

    But what makes the Habicht truly special is its history and character. It’s a binocular born from a tradition of over 70 years, with the first model produced by Swarovski in 1949. Yet, thanks to continuous improvements, it remains competitive today. It’s not just a tool but a piece of optical history, an object that blends tradition and innovation.

    Of course, the price is higher than the previous models — around 1,000 euros — but it’s an investment worth every cent. For an astronomer, owning a Habicht 7×42 is like having a functional work of art: a tool that not only delivers exceptional performance but also represents a symbol of passion for the sky. It’s the binocular you’ll use for your most important observations, the one you’ll bring along on special nights, perhaps to observe an eclipse or a rare conjunction. If you’re an astronomy enthusiast, this is the binocular you dream of owning.

    Swarovski Habicht 7×42


    The Swarovski Habicht 7×42

    Swarovski Binoculars Habicht 7x42

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    Conclusion: The Right Binocular for Every Astronomer

    And here we are, at the end of this journey through astronomy binoculars. We’ve explored three different tools, each with its own personality and strengths. The Nikon Action EX 10×50 is the reliable and affordable companion, perfect for beginners or those looking for a versatile binocular without breaking the bank. The APM 10×50 ED APO raises the bar, offering superior performance for the most demanding astronomers, with optical quality that justifies every euro spent. Finally, the Swarovski Habicht 7×42 is every enthusiast’s dream, an icon that blends tradition, elegance, and an unparalleled view of the sky.

    The choice is yours: it depends on your budget, your needs, and the type of observations you want to make. If you’re just starting out or looking for a binocular to take anywhere, the Nikon won’t disappoint. If you want a tool specifically for astronomy and are willing to invest more, the APM is an excellent option. And if you’re seeking the best, an object that also symbolizes your passion, the Swarovski is waiting for you.

    Whatever your decision, remember: a good binocular is not just a tool, but a gateway to the sky. It’s what allows you to lose yourself in the beauty of the universe, to discover details you could never see with the naked eye. And above all, it’s a tool that invites you to step outside, explore, and experience the night. So choose carefully and never underestimate the value of quality optics. The sky deserves to be observed at its best.

  • I 3 binocoli migliori per osservare le stelle

    I 3 binocoli migliori per osservare le stelle

    La guida definitiva ai binocoli per l’astronomia: Nikon, APM e Swarovski. Da un appassionato del cielo notturno

    Quando alzo lo sguardo verso il cielo stellato, provo sempre un senso di meraviglia. È un’esperienza che non smette mai di stupirmi, anche dopo anni di osservazioni. 

    Per noi astrofili, che si tratti di principianti o di esperti, il binocolo è uno strumento indispensabile. Non è solo un’alternativa economica al telescopio, ma un vero e proprio compagno di viaggio. 

    Con un buon binocolo puoi imparare a orientarti tra le costellazioni, individuare ammassi stellari e nebulose, e persino goderti la Via Lattea in tutto il suo splendore. 

    È uno strumento che non richiede montaggi complicati: lo prendi, esci e osservi. E se hai già un telescopio, il binocolo diventa un complemento perfetto, ideale per esplorare ampie porzioni di cielo prima di puntare il tuo obiettivo su un target specifico. 

    In sintesi – La nostra scelta per tutti:

    Il Nikon Action EX 10×50 offre il migliore rapporto prezzo-prestazioni, per il principiante e per l’esperto. Tuttavia ti consiglio di leggere tutta la guida prima di scegliere! Potresti preferire altri binocoli a seconda delle tue esigenze.

    Guarda il Nikon EX 10×50 su Astroshop.it, il più grande rivenditore di articoli per astronomia in Europa, con sede anche in Italia:

    Nikon Binocolo Action EX 10x50 CF WP

    Che tu sia un neofita che muove i primi passi o un esperto con ore di osservazione alle spalle, un binocolo di qualità non dovrebbe mai mancare nel tuo equipaggiamento. 

    Criteri per scegliere un binocolo astronomico

    La prima cosa da considerare è la qualità ottica. Non si tratta solo di ingrandire, ma di vedere con chiarezza e definizione. Le lenti devono essere ben lavorate, prive di impurità e con rivestimenti antiriflesso avanzati per garantire immagini nitide e contrastate. 

    La luminosità è altrettanto cruciale: il cielo notturno è un ambiente scarsamente illuminato, quindi il binocolo deve raccogliere quanta più luce possibile. Per questo, formati come 8×40 e 10×50 sono spesso i più indicati

    Tra i binocoli più indicati per l’uso astronomico sono quelli di dimensioni 8×40 e 10×50: il primo numero è l’ingrandimento e il secondo il diametro lenti o obiettivi.

    Il primo numero (8x o 10x) indica l’ingrandimento, mentre il secondo (40 o 50) rappresenta il diametro delle lenti in millimetri. Un 10×50, ad esempio, offre un buon equilibrio tra potenza e capacità di raccolta della luce, rendendolo versatile per osservare sia costellazioni che oggetti più deboli come nebulose e galassie.  

    Esistono poi i cosiddetti binocoli giganti, come i 20×80, che molti considerano eccezionali per l’astronomia. È vero, la loro apertura ampia permette di catturare molta luce, ma non sono pratici per tutti. 

    Sono pesanti, ingombranti e impossibili da usare a mano libera: richiedono treppiedi robusti e stabili, spesso con adattatori specifici. Questo li rende più adatti a un uso specialistico, magari per chi ha già esperienza e vuole approfondire l’osservazione di oggetti celesti specifici. 

    Ma per chi cerca uno strumento da prendere al volo e portare con sé durante una passeggiata notturna, i giganti non sono la scelta migliore. La praticità di un binocolo più compatto, che puoi usare senza supporti, è imbattibile.  

    Vediamo ora in dettaglio la nostra selezione di 3 validi modelli.

    1. Nikon Action EX 10×50: un classico per il cielo stellato

    Quando si sceglie un binocolo per l’astronomia, andare su una marca come Nikon è una garanzia. Da decenni, Nikon è sinonimo di ottiche di qualità, non solo per la fotografia ma anche per strumenti come binocoli e cannocchiali. 

    Con il Nikon Action EX 10×50 ti posizioni su un prodotto che offre un ottimo equilibrio tra prestazioni e praticità. Il formato 10×50 è già un punto di riferimento per chi cerca un binocolo luminoso: il diametro delle lenti da 50 mm permette di raccogliere una quantità significativa di luce, fondamentale per osservare oggetti celesti deboli come nebulose e galassie.  

    Ecco una delle tante video recensioni che si possono trovare su YouTube del Nikon 10×50 EX (in inglese ma con sottotitoli in italiano). Giusto per avere un’idea dello strumento! Questo binocolo ha un’ottima fama di valido strumento per uso astronomico.

    Questo binocolo utilizza i cosiddetti prismi di Porro, una configurazione ottica che prende il nome dall’ingegnere italiano Ignazio Porro, che la sviluppò nel XIX secolo. I prismi di Porro sono disposti in modo da creare un percorso ottico a “Z”, che permette una maggiore separazione tra le lenti dell’obiettivo e quelle dell’oculare. 

    Questo design, più semplice rispetto ai prismi a tetto, è particolarmente adatto all’astronomia: meno superfici ottiche significa meno dispersione della luce, un aspetto cruciale quando si osserva la debole luminosità delle stelle. Non è un caso che anche gli altri binocoli di questa lista adottino questa configurazione: in astronomia, la semplicità è un valore aggiunto.  

    Il Nikon Action EX 10×50 ha diverse caratteristiche che lo rendono una scelta eccellente. Le lenti con multitrattamento antiriflesso e i prismi BaK-4 garantiscono immagini nitide e contrastate, con una trasmissione della luce ottimale. È anche robusto: il corpo è rivestito in gomma per una presa sicura e resistente agli urti, ed è impermeabile e antiappannamento grazie al riempimento con azoto. Questo lo rende ideale per affrontare le condizioni più difficili, come l’umidità notturna o le escursioni in ambienti impervi. Il campo visivo è ampio (circa 6,5 gradi), perfetto per esplorare grandi porzioni di cielo, e il peso di circa 1 kg lo rende ancora maneggevole per sessioni di osservazione a mano libera, anche se per sessioni più lunghe un treppiede può essere utile (o meglio ancora, un consiglio: provate a guardare le stelle stando distesi comodamente su una sedia sdraio, è una fantastica posizione per le osservazioni estive col binocolo!).

    Se stai pensando a un regalo per un giovane appassionato di astronomia, con questo binocolo vai sul sicuro. Non solo non sfiguri, ma offri uno strumento che può davvero fare la differenza. Il budget da mettere in conto è contenuto ma la qualità ottica è sorprendente per questa fascia di prezzo. Anche un astrofilo esperto lo troverà un valido compagno: non è tra i binocoli più costosi, quindi non c’è il timore di rovinarlo portandolo in giro, tenendolo in macchina per osservazioni improvvisate o usandolo in condizioni non proprio ideali. È il tipo di strumento che non ti fa esitare a usarlo, e questa è una qualità che ogni appassionato apprezza.

    Nikon Action EX 10×50

    Il Nikon Action EX 10×50 offre il migliore rapporto prezzo-prestazioni, per il principiante e per l’esperto.

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    2. APM 10×50 ED APO: il binocolo per gli astrofili esigenti

    Passiamo ora a un binocolo che si colloca su una fascia di prezzo e prestazioni più avanzata: l’APM 10×50 ED APO. Questo strumento è progettato specificamente per l’astronomia, e lo si capisce da dettagli che fanno la differenza. La messa a fuoco, ad esempio, è individuale per ciascun oculare. Questo sistema, tipico dei binocoli di alta gamma per uso astronomico, permette di regolare con precisione la nitidezza per ogni occhio, un vantaggio enorme quando si osservano le stelle. Non è un caso che binocoli con questa caratteristica siano meno adatti a un uso generico: la mancanza di una messa a fuoco centrale li rende meno pratici per attività dinamiche come il birdwatching, dove serve regolare rapidamente la distanza. Ma per l’astronomia, dove l’oggetto osservato è spesso fisso e lontano, la messa a fuoco individuale è perfetta.  

    Un altro aspetto che distingue l’APM 10×50 ED APO è l’uso di lenti a bassa dispersione, indicate dalla sigla ED (Extra-low Dispersion). Queste lenti sono progettate per ridurre al minimo le aberrazioni cromatiche, quel fenomeno ottico in cui la luce, composta da diverse frequenze, si scompone attraversando le lenti, creando aloni colorati attorno agli oggetti luminosi. Le lenti ED minimizzano questo effetto, garantendo immagini più nitide e contrastate, soprattutto quando si osservano stelle brillanti o bordi luminosi come quelli della Luna. È una caratteristica che fa la differenza, specialmente per chi cerca dettagli fini e un’esperienza visiva di alto livello.  

    APM è un marchio tedesco che si è guadagnato una reputazione eccellente tra gli appassionati di astronomia. Fondata come una realtà specializzata nella distribuzione di strumenti ottici di alta gamma, APM (che sta per Astro-Photo-Mechanik) si è distinta per la qualità dei suoi rifrattori apocromatici e binocoli progettati per l’osservazione celeste. Dopo aver rilevato la distribuzione di strumenti della storica “officina dei telescopi” TMB, APM ha continuato a offrire prodotti che combinano precisione ottica e robustezza meccanica, diventando un punto di riferimento per gli astrofili più esigenti.  

    L’APM 10×50 ED APO si posiziona su una fascia di prezzo superiore rispetto al Nikon Action EX 10×50 – siamo intorno al doppio – ma offre caratteristiche che giustificano l’investimento. È un binocolo per chi vuole concedersi uno sfizio, per chi sa che la qualità ha un costo e che, in astronomia, ogni dettaglio conta. Gli astrofili più esperti troveranno in questo strumento un alleato perfetto per sessioni di osservazione memorabili: la nitidezza delle immagini, la luminosità e la correzione cromatica lo rendono ideale per esplorare ammassi stellari, nebulose e galassie. Anche il design è curato: il corpo in magnesio lo rende leggero e resistente, mentre il riempimento con azoto garantisce impermeabilità e protezione contro l’appannamento.  

    Se sei un astrofilo che non si accontenta e vuole il meglio per le sue osservazioni, l’APM 10×50 ED APO è una scelta che non delude. È un binocolo che regalerà emozioni ogni volta che lo punterai al cielo.

    APM 10×50 ED APO

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    3. Swarovski Habicht 7×42: un’icona senza tempo

    Ed eccoci arrivati a una vera gemma, un gioiello dell’ottica che ogni astrofilo dovrebbe concedersi almeno una volta nella vita: lo Swarovski Habicht 7×42. Questo binocolo è più di un semplice strumento; è un’icona, un simbolo di eccellenza che, nonostante il passare degli anni, resta un punto di riferimento grazie alla capacità della casa austriaca di rinnovarlo senza tradirne l’essenza. Swarovski è sinonimo di qualità assoluta, e il Habicht 7×42 non fa eccezione.  

    Un video di unboxing del bellissimo Swarovski Habitch 7×42, da Youtube.

    A prima vista, potrebbe sembrare strano passare dai 50 mm di diametro dei modelli precedenti a un 42 mm. Ma non lasciatevi ingannare: qui non si tratta solo di dimensioni, ma di qualità ottica. Le lenti Swarovski sono famose per la loro purezza e per i rivestimenti multistrato avanzati che garantiscono una trasmissione della luce eccezionale, fino al 96%. Questo significa che, nonostante il diametro leggermente inferiore, la quantità di luce che arriva ai vostri occhi è straordinaria, superiore a molti binocoli con lenti più grandi ma di qualità inferiore. È come osservare attraverso un vetro invisibile: le immagini sono luminose, nitide e con un contrasto che lascia senza parole.  

    L’ingrandimento 7x potrebbe sembrare meno spinto rispetto a un 10x, ma in realtà è un vantaggio per l’astronomia. Un ingrandimento minore significa un campo apparente più ampio, ideale per esplorare grandi porzioni di cielo e orientarsi tra le costellazioni. Inoltre, la pupilla di uscita di 6 mm (tra le più grandi in questa categoria) permette di sfruttare al massimo la luce raccolta, rendendo il binocolo perfetto per osservare in condizioni di scarsa illuminazione. Questo è particolarmente utile per chi osserva sotto cieli bui, dove ogni fotone conta.  

    Il design del Habicht 7×42 è un altro punto di forza. I prismi di Porro, come nei modelli precedenti, assicurano una trasmissione della luce ottimale e un’immagine tridimensionale che i binocoli a prismi a tetto non possono eguagliare. Il corpo è robusto ma leggero, grazie alla struttura in lega di alluminio, oltre a essere completamente impermeabile e riempita di azoto per evitare appannamenti.

    Di questo binocolo esiste anche la versione GA (con armatura in gomma verde) che offre una protezione extra contro urti e abrasioni. È un binocolo che non teme le condizioni più difficili, pronto a seguirti ovunque.  

    Ma ciò che rende il Habicht davvero speciale è la sua storia e il suo carattere. È un binocolo che nasce da una tradizione di oltre 70 anni, il primo modello prodotto da Swarovski nel 1949. Eppure, grazie a continui miglioramenti, resta competitivo anche oggi. Non è solo uno strumento, ma un pezzo di storia dell’ottica, un oggetto che unisce tradizione e innovazione.  

    Certo, il prezzo è più alto rispetto ai modelli precedenti – siamo intorno ai 1000 euro – ma è un investimento che vale ogni centesimo. Per un astrofilo, possedere un Habicht 7×42 è come avere un’opera d’arte funzionale: uno strumento che non solo offre prestazioni eccezionali, ma che rappresenta anche un simbolo di passione per il cielo. È il binocolo che userai per le osservazioni più importanti, quello che porterai con te nelle notti speciali, magari per osservare un’eclissi o una congiunzione rara. Se sei un appassionato di astronomia, questo è il binocolo che sogni di avere.  

    Swarovski Habicht 7×42

    Swarovski Habicht 7×42

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    Swarovski Binocolo Habicht 7x42

    Conclusione: il binocolo giusto per ogni astrofilo

    Eccoci arrivati al termine di questo viaggio tra i binocoli per l’astronomia. Abbiamo esplorato tre strumenti diversi, ognuno con la sua personalità e i suoi punti di forza. Il Nikon Action EX 10×50 è il compagno affidabile e accessibile, perfetto per chi inizia o per chi cerca un binocolo versatile senza spendere una fortuna. L’APM 10×50 ED APO alza l’asticella, offrendo prestazioni di livello superiore per gli astrofili più esigenti, con una qualità ottica che giustifica ogni euro speso. Infine, lo Swarovski Habicht 7×42 è il sogno di ogni appassionato, un’icona che unisce tradizione, eleganza e una visione del cielo che non ha eguali.  

    La scelta dipende da te: dal tuo budget, dalle tue esigenze e dal tipo di osservazioni che vuoi fare. Se sei agli inizi o cerchi un binocolo da portare ovunque, il Nikon è una scelta che non delude. Se vuoi uno strumento specifico per l’astronomia e sei disposto a investire di più, l’APM è un’opzione eccellente. E se cerchi il meglio, un oggetto che sia anche un simbolo della tua passione, lo Swarovski è lì ad aspettarti.  

    Qualunque sia la tua decisione, ricorda: un buon binocolo non è solo uno strumento, ma una porta verso il cielo. È ciò che ti permette di perderti nella bellezza dell’universo, di scoprire dettagli che a occhio nudo non potresti mai vedere. E soprattutto, è uno strumento che ti invita a uscire, a esplorare, a vivere la notte. Per questo, scegli con cura e non sottovalutare mai il valore di un’ottica di qualità. Il cielo merita di essere osservato al meglio.

  • 2 febbraio: Groundhog Day negli USA e in Italia la tradizione della Candelora

    2 febbraio: Groundhog Day negli USA e in Italia la tradizione della Candelora

    Il 2 febbraio è a metà strada dell’inverno, a metà tra il solstizio d’inverno appena superato e il prossimo equinozio di primavera. Fin dai tempi antichi l’umanità ha cercato di pronosticare il tempo atmosferico.

    Così ha preso piede nella cultura popolare contemporanea il rimando al Groundhog Day (Giorno della Marmotta), una usanza nordamericana, che ha radici negli emigranti europei di lingua tedesca, con la quale si cerca di prevedere il clima della restante parte dell’inverno.

    Ma se guardiamo alle nostre parti, ci è molto più facile identificare quell’occasione con una festa popolare ben nota nella cultura cristiana cattolica: la festa della Candelora.

    Indice

    La tradizione americana del Groundhog Day

    Negli Stati Uniti e in Canada, il 2 febbraio è noto come “Groundhog Day”. Secondo la tradizione, una marmotta emerge dalla sua tana in questo giorno: se vede la propria ombra a causa del cielo sereno, si ritiene che l’inverno durerà altre sei settimane; se invece il cielo è nuvoloso e l’ombra non è visibile, la primavera arriverà in anticipo. Questa usanza, che affonda le sue radici nel XIX secolo, è stata introdotta dai coloni tedeschi in Pennsylvania. In Europa, tradizioni simili coinvolgevano animali come il tasso per predire la durata dell’inverno.

    Il film che ha rafforzato la popolarità del Groundhog Day

    La popolarità del Groundhog Day è aumentata notevolmente grazie al film “Ricomincio da capo” (titolo originale: “Groundhog Day”) del 1993, interpretato da Bill Murray. Nel film, il protagonista rivive continuamente la giornata del 2 febbraio, portando l’espressione “Giorno della Marmotta” a simboleggiare situazioni ripetitive o cicliche.

    Il trailer ufficiale del film: Il giorno della marmotta

    Le origini europee della credenza

    La tradizione del Groundhog Day ha origini nelle credenze degli immigrati tedeschi negli Stati Uniti. In Europa, il 2 febbraio era associato a varie superstizioni legate alla previsione del tempo, spesso coinvolgendo animali come il tasso e prima ancora l’orso. I coloni tedeschi portarono con sé queste tradizioni, adattandole al nuovo ambiente americano e scegliendo la marmotta come animale simbolo per le previsioni meteorologiche.

    La Candelora in Italia

    In Italia, il 2 febbraio si celebra la Candelora, una festività che commemora la Presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta quaranta giorni dopo la sua nascita.

    Durante questa ricorrenza, è tradizione benedire le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.

    La Candelora segnala il passaggio dall’inverno alla primavera anche con numerosi proverbi popolari, per esempio quello che all’incirca recita: “Per la Santa Candelora dell’inverno siamo fora (fuori); fuori sì o fuori no, quaranta giorni ghe né mo (40 giorni ci sono ancora)”.

    L’affidabilità delle previsioni basate sul comportamento animale

    Studi statistici hanno dimostrato che le previsioni meteorologiche basate sul comportamento delle marmotte non mostrano una reale corrispondenza con i dati. Le osservazioni indicano che tali predizioni non sono più accurate del caso. Qualcuno ha persino tenuto traccia per decenni del comportamento delle marmotte in Pennsylvania, dove la tradizione è molto radicata, confrontandolo con le previsioni meteo, e ha visto che non il mammifero non era affidabile per prevedere il meteo del periodo seguente.

  • Il cielo del mese: febbraio 2025

    Il cielo del mese: febbraio 2025

    In queste sere abbiamo visto una varietà di situazioni meteorologiche, a tratti molto favorevoli all’osservazione, a tratti proprio no, con un fitto strato di nebbia o di nubi che sembravano dirci: inutile uscire a prendere umido e freddo!

    Il cielo di febbraio tuttavia, se limpido, consente un’ottima osservazione dei pianeti del nostro caro Sistema Solare: Venere Giove Marte e Saturno sono ancora osservabili in orario serale.

    Per questa variabilità connaturata al periodo, introduciamo questa consueta rubrica astronomica con l’immagine postata dalla NASA ieri sulla pagina della Foto Astronomica del Giorno (APOD), il primo di febbraio, che ritrae nubi opalescenti (le cosiddette “nubi madreperla”) sul cielo della Svezia:

    Nacreous Clouds over Sweden 
    Image Credit & Copyright: Vojan Höfer

    Fonte: NASA https://apod.nasa.gov/apod/ap250201.html

    I fenomeni significativi del mese che seguono sono tratti dalla pagina Il Cielo del Mese UAI: Commissione Divulgazione UAI – Unione Astrofili Italiani http://divulgazione.uai.it

    Indice

    Sole


    Si trova nella costellazione del Capricorno fino al 16 febbraio, quando passa nella costellazione dell’Acquario. 

    • 1 febbraio: il sole sorge alle 7.25; tramonta alle 17.27 
    • 15 febbraio: il sole sorge alle 7.08; tramonta alle 17.45
    • 28 febbraio: il sole sorge alle 6.48; tramonta alle 18.01


    La durata del giorno aumenta di 1 ora e 11 minuti dall’inizio del mese. 


    (Gli orari indicati sono validi per una località alla latitudine media italiana). 

    Luna


    Le Fasi:

    Fasi Lunari febbraio 2025
    DataFaseOrario
    05/02/2025Primo quarto09h 2m
    12/02/2025Luna Piena14h 53m
    20/02/2025Ultimo quarto18h 33m
    28/02/2025Luna Nuova01h 45m

    Pianeti

    mappa astronomica cielo del mese febbraio 2025
    mappa astronomica cielo del mese febbraio 2025

    Venere: dopo aver assistito per tutto il mese precedente al periodo di migliore e più prolungata osservabilità del pianeta, che tramontava circa 4 ore dopo il Sole, nell’arco di poche settimane noteremo una repentina riduzione dell’intervallo di tempo a disposizione per ammirarlo. Alla fine di febbraio Venere tramonta poco più di 2 ore e mezza dopo il Sole. Venere rimane per tutto il mese nella costellazione dei Pesci.

    Marte: dopo l’opposizione al Sole del mese scorso per il pianeta rosso prosegue ancora un periodo di osservabilità ottimale. E’ visibile per quasi tutta la notte, a Sud-Est nelle prime ore della sera fino al culmine raggiunto a Sud nel corso della prima parte della notte. Marte si sposta con moto retrogrado all’interno della costellazione dei Gemelli fino al 24 febbraio, quando inverte il moto che torna diretto. Marte chiude il lungo corteo di pianeti visibili in orario serale dopo il tramonto del Sole: Mercurio, Saturno, Venere, Giove e Marte.

    Giove: il pianeta è ancora osservabile agevolmente nel corso della prima parte della notte. Culmina a Sud al calare dell’oscurità e scende a Sud-Ovest nelle ore successive. Giove si trova ancora nella costellazione del Toro dove si sposta lentamente in moto retrogrado solo fino al 4 febbraio, quando inverte la marcia e torna al moto diretto.

    Saturno: si avvia alla conclusione il prolungato periodo di osservabilità serale del pianeta con gli anelli. Per molti mesi è stato uno dei protagonisti della prima parte della notte, ma ormai Saturno è destinato ad avvicinarsi sempre di più all’orizzonte occidentale fino a diventare difficile da individuare nella luce del crepuscolo serale. La visibilità si riduce sempre più alla fine del mese: dal 25 febbraio Saturno viene “sorpassato” da Mercurio. Da quella data sarà Saturno il primo pianeta a tramontare, seguito da Mercurio, Venere, Giove e Marte. Saturno prosegue il suo lento cammino con moto diretto nella costellazione dell’Acquario.

    Congiunzioni

    Luna – Giove – Pleiadi : la notte del 6 febbraio la costellazione del Toro ospiterà la congiunzione tra il pianeta Giove e la Luna poco oltre il Primo Quarto, accompagnati dalla stella Aldebaran e dalle Pleiadi.  (vedi mappa)

    Luna – Marte : la sera del giorno 9 la Luna transiterà molto vicino al pianeta Marte. La congiunzione si verifica nella costellazione dei Gemelli, a breve distanza delle stelle Castore e Polluce.  (vedi mappa)

    Mercurio – Saturno – Venere : da diverse settimane si parla di “allineamenti planetari”. Abbiamo già più volte specificato che non stiamo osservando particolari concentrazioni planetarie, dato che i componenti del sistema solari sono distribuiti su un’ampia sezione della fascia zodiacale. Se vogliamo comunque evidenziare una data interessante per osservare tutti i pianeti nella stessa sera, il 25 febbraio è sicuramente una delle occasioni più interessanti, con la congiunzione tra Mercurio e Saturno, molto bassi sull’orizzonte occidentale, nella costellazione dell’Acquario, sovrastati da un ben più luminoso Venere, nei Pesci.  (vedi mappa)

    Costellazioni

    Il cielo è ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali. Protagonista del cielo in direzione meridionale è sempre Orione, con le tre stelle allineate della cintura (da sinistra: AlnitakAlnilam e Mintaka) ed i luminosi astri Betelgeuse (rossa) e Rigel (azzurra). 

    Più in alto troviamo ancora le costellazioni del Toro con la rossa Aldebaran, la costellazione dell’Auriga con la brillante stella Capella, i Gemelli con le stelle principali Castore e Polluce. A sinistra in basso rispetto ad Orione, il grande cacciatore, nella costellazione del Cane Maggiore, brilla la notissima Sirio, la stella più luminosa del cielo. 
    Ancora più in alto, verso sinistra, la raffigurazione della caccia è completata dal Cane Minore, dove risplende Procione. Verso Ovest, nelle prime ore della sera, c’è ancora tempo per veder tramontare le costellazioni autunnali di Andromeda, del Triangolo, dei Pesci e dell’Ariete
    Restando tra le costellazioni zodiacali, un po’ più impegnativo è invece il riconoscimento della piccola e debole costellazione del Cancro, visibile tra i Gemelli e il Leone, che vedremo sorgere ad Est, seguito dalla Vergine
    Prendendo a riferimento la Stella Polare, possiamo riconoscere alcune note costellazioni del cielo settentrionale.
    A Nord-Ovest riconosciamo Cassiopea con la sua caratteristica forma a “W”; tra Cassiopea e il Toro è facile individuare la costellazione del Perseo.
    Più spostata a Nord-Est si trova l’inconfondibile Orsa Maggiore, vicino alla quale possiamo riconoscere la piccola costellazione dei Cani da Caccia.

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