I telescopi Hubble e James Webb hanno fotografato e studiato la composizione dell’oggetto interstellare. Ecco le immagini.
Negli ultimi mesi l’oggetto 3I/ATLAS — terzo corpo interstellare osservato in visita nel nostro Sistema Solare dopo ‘Oumuamua (1I) e Borisov (2I) — è stato al centro di un acceso dibattito scientifico. Ne avevamo già parlato in un precedente post. Se inizialmente era stato classificato come una cometa, i dati raccolti dai telescopi spaziali hanno mostrato un quadro molto meno convenzionale.
Già il Telescopio Hubble, lo scorso luglio, aveva rivelato immagini sorprendenti: attorno a 3I/ATLAS non si osservava la classica coda cometaria, ma soltanto una tenue chioma diffusa, senza il tipico getto di polveri e ghiacci che ci si aspetta da una cometa in avvicinamento al Sole.
Indice
- La foto del telescopio Hubble
- L’osservazione da parte del potente telescopio James Webb
- L’astrofisico Avi Loeb e le sue ipotesi extraterrestri
La foto del telescopio Hubble
Sul sito Nasa si può vedere questa bella istantanea dell’oggetto 3I/ATLAS, corredata da una descrizione:

“Questa è un’immagine del telescopio spaziale Hubble della cometa interstellare 3I/ATLAS. Hubble ha fotografato la cometa il 21 luglio 2025, quando la cometa era a 277 milioni di miglia dalla Terra. Hubble mostra che la cometa ha un bozzolo di polvere a forma di goccia che esce dal suo nucleo solido e ghiacciato. Poiché Hubble stava tracciando la cometa che si muoveva lungo una traiettoria iperbolica, le stelle di fondo stazionarie sono a strisce nell’esposizione.”
L’osservazione da parte del potente telescopio James Webb
A questo si sono aggiunte ora le nuove e dettagliatissime misure del Telescopio Spaziale James Webb, che grazie allo strumento NIRSpec ha analizzato lo spettro infrarosso dell’oggetto. I risultati sono decisamente insoliti:
- attorno a 3I/ATLAS si rileva un’abbondante emissione di anidride carbonica (CO₂);
- molto più deboli, invece, le tracce di vapore acqueo (H₂O) e monossido di carbonio (CO);
- il rapporto tra CO₂ e H₂O è di circa 8 a 1, tra i più alti mai registrati in una cometa.
Ecco le immagini della rilevazione nell’infrarosso dell’oggetto misterioso, raccolte dal James Webb Telescope:

Questa composizione è anomala: in genere, infatti, le comete mostrano un’abbondanza di acqua rispetto al biossido di carbonio, non il contrario. Inoltre, la quasi totale assenza di polveri visibili rafforza l’idea che 3I/ATLAS non si comporti come i corpi cometari che conosciamo.
Secondo le stime, se l’albedo (cioè la riflettività) della superficie fosse molto bassa, l’oggetto potrebbe avere un diametro fino a 46 km: un colosso, mille volte più massiccio della cometa interstellare Borisov.
L’astrofisico Avi Loeb e le sue ipotesi extraterrestri
Questi dati hanno acceso le speculazioni. Avi Loeb, astrofisico di Harvard noto per le sue ipotesi non convenzionali, ha sottolineato come la traiettoria retrograda e la composizione atipica di 3I/ATLAS possano non essere semplici coincidenze. Loeb suggerisce che non si possa escludere a priori l’ipotesi che si tratti di un oggetto di origine tecnologica, magari artificiale, invece che di un blocco di roccia e ghiaccio naturale.
Naturalmente, la maggior parte della comunità scientifica continua a considerare più probabile una spiegazione “classica”: 3I/ATLAS potrebbe essere semplicemente un corpo primordiale interstellare con una composizione molto ricca di CO₂, forse per caratteristiche della sua superficie o della sua formazione in un altro sistema stellare.
Quel che è certo è che questo nuovo visitatore interstellare sta mettendo alla prova le nostre conoscenze su comete e asteroidi, e che i prossimi mesi di osservazioni saranno cruciali per capire la sua vera natura.
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