Autore: UfoItalia.it

  • Udienza sugli UAP: dal Congresso nuove rivelazioni su “Immaculate Constellation”

    Udienza sugli UAP: dal Congresso nuove rivelazioni su “Immaculate Constellation”


    Nell’audizione congressuale “Unidentified Anomalous Phenomena: Exposing the Truth”, quattro testimoni hanno riferito le loro informazioni sugli UAP. In particolare, l’attenzione si è concentrata sul programma Immaculate Constellation, che mira a catturare immagini ad alta risoluzione di fenomeni non identificati. Il giornalista Michael Shellenberger ha presentato un documento proprio su Immaculate Constellation – redatto da un whistleblower anonimo – che solleva domande su incontri ravvicinati e anche possibili programmi di retroingegneria. Il Congresso ha poi espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza governativa e le implicazioni per la sicurezza nazionale, auspicando maggiore chiarezza su un tema che interessa sempre più il pubblico.

    Una udienza molto attesa

    Si è svolta oggi 13 novembre 2024 al Congresso degli Stati Uniti un’importante udienza pubblica sul fenomeno degli UAP (Unidentified Anomalous Phenomena, a noi meglio noti come UFO), intitolata “Unidentified Anomalous Phenomena: Exposing the Truth”. L’udienza, cominciata alle 11:30 sulla costa est (le 17:30 in Italia) e durata circa due ore, ha visto quattro testimoni d’eccezione, noti per il loro coinvolgimento nelle indagini sugli UAP.

    I tesimoni erano: Luis Elizondo, ex direttore dell’AATIP (Advanced Aerospace Threat Identification Program); Tim Gallaudet, esperto in scienze oceaniche e meteorologiche; Mike Gold, vicepresidente di Redwire Space e figura di rilievo per la sicurezza spaziale; e il giornalista investigativo Michael Shellenberger, noto per le sue rivelazioni in ambito ufologico.

    Ne abbiamo parlato in un precedente post, anticipando i profili di notevole interesse dei 4 testimoni.

    Questo invece il video dell’intero incontro, per chi desidera vederlo o ri-vederlo:

    Che cosa è emerso da questa nuova udienza pubblica sugli ufo

    La testimonianza dei quattro esperti ha offerto uno spaccato in gran parte noto a chi segue con attenzione il dibattito sugli UAP, con informazioni già emerse in contesti mediatici e dichiarazioni pubbliche.

    Brillante come sempre Tim Gallaudet, l’ex vice ammiraglio ha più volte espresso il suo parere personale sul fatto che questi uap rappresentino realmente oggetti di origine non umana, non terrestre, in sostanza prodotto di altre forme di vita che ci stanno visitando.

    Anche gli altri protagonisti hanno sostanzialmente replicato le loro affermazioni pubbliche che già conosciamo tramite interviste e loro esternazioni. Spesso poi hanno dovuto astenersi dal rispondere a causa dei vincoli di segretezza a cui sono soggetti.

    Tuttavia, un nuovo documento è stato presentato, proprio durante l’udienza, dal giornalista Shellenberger: un documento che aggiunge una prospettiva inedita a ciò che si sapeva finora sul programma “Immaculate Constellation”.

    Questo programma, finora trattato esclusivamente in articoli giornalistici e non in sedi ufficiali, è stato descritto da un whistleblower anonimo – che ha appunto riferito a Shellenberger, il quale si è fatto da tramite – come una complessa operazione di raccolta immagini ad alta definizione di UAP.

    Secondo il documento del whistleblower, il programma Immaculate Constellation è finalizzato alla raccolta di immagini in alta definizione di oggetti non identificati, attraverso molteplici tipi di sensori e piattaforme di raccolta di dati, compresi i satelliti.

    Le dichiarazioni riportano che le agenzie di intelligence governative dispongono di dati visivi dettagliati, compresi video e fotografie di alta qualità riguardanti vari avvistamenti straordinari di UAP.

    Sebbene il documento non abbia incluso le immagini, il whistleblower ha precisato che rami profondi del governo e dell’intelligence statunitense ne sono in possesso, lasciando intendere un livello di documentazione visiva senza precedenti, rimasta finora non accessibile al pubblico.

    Il documento sul programma Immaculate Constellation portato da Michael Shellenberger è ora disponibile pubblicamente ed è consultabile a questo link sul profilo della parlamentare repubblicana Nancy Mace, che ha presieduto la seduta dell’udienza pubblica.

    Problemi di Ambiguità e Anonimato

    La natura anonima del documento solleva questioni che possono essere problematiche. L’anonimato del whistleblower riflette non solo il persistere di uno stigma attorno agli UAP, ma anche la persistente difficoltà di chi opera nell’intelligence o nelle forze armate a parlare apertamente di questi fenomeni, per paura di ripercussioni personali o professionali.

    Inoltre, il documento in lingua inglese contiene alcuni termini che lasciano ampi margini di ambiguità, sollevando interrogativi a cui non è facile rispondere. Tra questi, la frase “Reproduction vehicles” – veicoli di riproduzione – ha attirato particolare attenzione: implica forse che gli Stati Uniti abbiano replicato oggetti volanti attraverso un processo di retroingegneria, magari a partire da tecnologie di origine non terrestre?

    Un’ipotesi tanto affascinante quanto controversa, che può generare nuove ombre proprio nel momento in cui ci si aspettava una maggiore chiarezza e trasparenza da questa udienza.

    Avvistamenti straordinari di UAP

    Il documento fornisce comunque descrizioni impressionanti di incontri tra UAP e mezzi militari, con resoconti che lasciano poco spazio a interpretazioni convenzionali.

    Un caso citato riguarda un caccia F-22, uno degli aerei da combattimento più avanzati al mondo, che sarebbe stato intercettato e “scortato” da uno stormo di UAP di forma sferica. Gli oggetti, secondo il rapporto, hanno avvolto l’F-22 in una sorta di formazione, “indirizzandolo” lontano dalla rotta programmata, come per accompagnarlo fuori dal proprio raggio d’azione.

    Un altro episodio riportato è quello di un enorme oggetto di forma triangolare, apparso in mare in prossimità di una flotta della Marina. Questo massiccio UAP, dalle dimensioni apparentemente enormi, avrebbe stazionato sopra i mezzi navali, rimanendo sospeso e ben visibile agli equipaggi, per poi allontanarsi in modo altrettanto improvviso.

    Raccomandiamo la lettura dell’intero documento per apprezzare la varietà di incontri con oggetti non identificati, con caratteristiche di volo e aspetto veramente atipici, in esso descritti.

    La reazione del Congresso e il futuro del dibattito

    Dalle testimonianze dei quattro esperti e dalle domande poste dai parlamentari durante l’udienza è emersa una forte preoccupazione per la mancanza di trasparenza verso il governo e la cittadinanza riguardo agli UAP.

    I membri del Congresso, che hanno avuto ciascuno cinque minuti per interrogare i testimoni, hanno espresso all’unanimità dubbi su come la questione UAP sia stata gestita finora, sollevando anche il problema di sicurezza nazionale e di coordinamento con l’intelligence.

    La speranza è che la nuova amministrazione americana continui a prendere sul serio il tema degli UAP e affronti le questioni ancora oscure con maggiore apertura e trasparenza.

    Il Congresso ha sottolineato la necessità di ulteriori testimonianze e di una protezione adeguata per i whistleblower, insieme alla volontà governativa di rivelare quanto possibile senza compromettere la sicurezza nazionale.

    Resta da vedere se a queste parole seguiranno azioni concrete, con un reale impegno a svelare ciò che può essere rivelato e a rispondere così alle preoccupazioni sia del pubblico che degli operatori di sicurezza aerea e militare.

  • Ecco chi testimonierà all’udienza del 13 novembre

    Ecco chi testimonierà all’udienza del 13 novembre

    Rivelati i nomi dei testimoni chiamati al Congresso per l’udienza sugli ufo / uap del 13 novembre. Si svolgerà alle ore 11,30 locali, orario della Costa Est, e sarà trasmessa in streaming. Tra i testimoni spicca Luis Elizondo, noto insider dell’intelligence, per diversi anni a capo della task force del Pentagono sugli ufo. Ma ci sarà anche, come già trapelato, il contrammiraglio Timothy Gallaudet, e volti che sentiamo per la prima volta, come Mike Gold, collaboratore di agenzie private come la Bigelow Aerospace e anche collaboratore della NASA. Presente anche un giornalista, Michael Shellenberger, fondatore della newsletter online “Public” e autore di scoop sugli ufo.

    I nomi dei 4 testimoni

    Liberation Times, il sito / blog del giornalista Christopher Sharp, è uno dei primi a diffondere la notizia: il Comitato di Vigilanza della Camera, con un comunicato stampa, ha annunciato la lista di testimoni all’udienza che si terrà al Congresso americano, sul tema UAP / ufo, il prossimo 13 novembre.

    Questo il link al comunicato stampa ufficiale. Ecco invece l’elenco:

    Dr. Tim Gallaudet
    Contrammiraglio, Marina degli Stati Uniti (RET.)
    Amministratore delegato, Ocean STL Consulting, LLC

    Mr. Luis Elizondo
    Autore ed ex funzionario del Dipartimento della Difesa

    Mr Michael Gold
    Chief Growth Officer, Redwire Corporation ed ex amministratore associato dell’amministrazione spaziale e aeronautica nazionale

    Mr. Michael Shellenberger
    Fondatore di Public

    Come riportato nel comunicato, «L’udienza sarà aperta al pubblico e alla stampa e sarà trasmessa in live streaming online su https://oversight.house.gov/

    Orario dell’udienza: 11:30 ET (Eastern Time).

    Alcuni dettagli del comunicato

    Ecco cosa dichiara il comunicato stampa con cui viene annunciata l’udienza:

    «La presidente della sottocommissione per la sicurezza informatica, le tecnologie dell’informazione e l’innovazione governativa Nancy Mace (RS.C.) e la presidente della sottocommissione per la sicurezza nazionale, le frontiere e gli affari esteri Glenn Grothman (R-Wis.) terranno un’audizione congiunta dal titolo “Fenomeni anomali non identificati : Esporre la verità.”

    Questa seconda udienza sul tema dei fenomeni anomali non identificati (UAP) tenterà di alzare ulteriormente il sipario sui programmi di ricerca segreti sugli UAP condotti dal governo degli Stati Uniti e sui risultati non divulgati che hanno prodotto. L’udienza esaminerà la riluttanza del Dipartimento della Difesa (DoD) a declassificare adeguatamente il materiale sugli UAP e le modalità per garantire che il pubblico americano sia meglio informato su questo argomento.

    “Questa è la nostra seconda udienza sul tema degli UAP e il popolo americano è stanco dell’offuscamento e del rifiuto di rilasciare informazioni da parte del governo federale. Gli americani meritano di comprendere ciò che il governo ha appreso sugli avvistamenti di UAP e la natura delle potenziali minacce che questi fenomeni rappresentano. Possiamo garantire tale comprensione solo fornendo una trasparenza coerente e sistemica. Non vediamo l’ora di sentire testimoni esperti su come fare più luce e responsabilizzare maggiormente questo problema”, hanno affermato Mace e Grothman.»

    Elizondo ringrazia i fan. Scopriamo chi sono gli altri testimoni

    Con un post su X, Elizondo parla brevemente della sua presenza all’udienza come testimone, e ringrazia i fan che l’hanno sempre sostenuto:

    Luis Elizondo annuncia su X la sua presenza all’udienza e ringrazia i supporters.

    George Knapp, storico giornalista d’inchiesta che da decenni si occupa di ufo, ha scritto su X un post dove indica alcune informazioni su Mike Gold, altro testimone che sarà presente.

    «Mike Gold, uno dei testimoni dell’udienza sugli UFO della Camera della prossima settimana, ha trascorso 13 anni lavorando con/per Bigelow Aerospace. La Bigelow fu profondamente coinvolto nelle indagini sugli UFO in quel periodo.»

    Il post su X di George Knapp riguardante Mike Gold

    Mike Gold è associato alla The Planetary Society, un ente no profit co fondato nel 1980 da Carl Sagan, scienziato e divulgatore. Sul sito della Planetary Society si legge la loro mission:

    «La Planetary Society è un’organizzazione no-profit finanziata dai membri e dedicata al progresso della scienza e dell’esplorazione spaziale attraverso tre imprese principali: Esplorare Mondi, Trovare la Vita, Difendere la Terra.»

    C’è inoltre una biografia di Mike Gold con i suoi ruoli nelle agenzie e società aerospaziali e enti di ricerca:

    «Mike Gold è vicepresidente esecutivo per lo spazio civile e gli affari esterni presso Redwire ed ex amministratore associato della NASA per l’Ufficio per le relazioni internazionali e tra agenzie. È stato anche responsabile di fornire una direzione strategica all’Ufficio del Consiglio generale e di supportare gli sforzi di commercializzazione LEO della NASA. Prima di unirsi alla NASA, Gold è stato vicepresidente dello spazio civile presso MAXAR Technologies ed è stato anche consulente generale per la business unit Radiant Solutions della società. Inoltre, Gold ha trascorso 13 anni presso la Bigelow Aerospace, dove ha fondato l’ufficio della società a Washington, ha supervisionato i lanci dei veicoli spaziali Genesis 1 e 2 e ha ricevuto un premio di squadra dalla NASA per il suo contributo al Bigelow Expandable Activity Module.»

    Michael D. Shellenberger – riporta invece Wikipedia – (nato il 16 giugno 1971) è un professore, autore e giornalista che scrive su una vasta gamma di argomenti tra cui la libertà di parola, i senzatetto e l’ambiente.

    Occasionalmente si è occupato di ufo / uap, e quando l’ha fatto ha in genere anticipato significative rivelazioni.

    Ad esempio, la più recente risale all’ottobre scorso, quando ha reso nota un’indiscrezione proveniente da una fonte riservata, ma attendibile anche secondo altri giornalisti: riguardava l’esistenza di un programma segreto di ricerca e raccolta di materiali ufologici, dal nome evocativo”Immaculate Constellation”. Scrisse al proposito su un articolo su Public, il “giornale” o meglio Newsletter online da lui fondata.

    Per quanto riguarda l’ex vice Ammiraglio in pensione Tim Gallaudet, grande esperto di Marina e di oggetti non identificati anche in ambito subacque, ne abbiamo parlato in un precedente articolo, dal momento che è stato il primo testimone di cui è trapelato il nome per questa nuova attesissima udienza pubblica sugli Uap:

    “Unidentified Anomalous Phenomena: Exposing the Truth.”

    DATA: mercoledì 13 novembre 2024

    ORARIO: 11:30 ET

  • Trump sarà il Presidente della rivelazione sugli UFO?

    Trump sarà il Presidente della rivelazione sugli UFO?

    Donald Trump è stato eletto 47esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il suo ritorno alla Casa Bianca potrà avere una ripercussione sulla divulgazione pubblica riguardo agli UFO (più recentemente noti come UAP)? Forse sì, per una serie di ragioni che vedremo in questo articolo. Durante la campagna elettorale appena conclusa Trump ha manifestato una certa apertura nel discutere l’argomento Ufo. Alle domande dei giornalisti ha fatto riferimento alle testimonianze di piloti di jet che gli hanno personalmente raccontato avvistamenti straordinari. Tra le sue promesse elettorali, aveva esplicitamente detto che se eletto avrebbe reso pubblici nuovi filmati sugli UFO.

    I più critici sosterranno che se il Presidente Trump ha parlato pubblicamente di Ufo l’ha fatto soltanto per propaganda e tendenza alla spettacolarizzazione: una delle tante manifestazioni del “personaggio Trump”. Tuttavia, a noi interessa capire se effettivamente ci sia una maggiore propensione alla trasparenza sul tema Ufo da parte del 47esimo Presidente degli Stati Uniti.

    In che misura possiamo aspettarci che la prossima amministrazione americana – il secondo mandato del Presidente Donald Trump – potrà essere decisiva per la rivelazione sugli ufo, la cosiddetta “disclosure” sulla presenza aliena o comunque non-umana sulla Terra?

    Perché è fuori di dubbio che gli ufo (o uap) sono oggetti realmente presenti sul nostro pianeta, riconosciuti come tali da governi e istituzioni, e che proprio gli apparati amministrativi ma anche gli scienziati sono presi alla sprovvista dal fenomeno: sia per l’aspetto tecnologico in sé, dato che gli uap superano le capacità dei mezzi di produzione umana, sia per il problema di come comunicare e rendere pubbliche le informazioni su di essi.

    Il primo mandato Trump (2017-2021): un rinnovato interesse verso gli Ufo

    Andiamo con ordine. Il primo mandato di Donald Trump, quando ha ricoperto la carica di 45esimo Presidente USA, si è svolto tra il 2017 e il 2021 (per la precisione tra il 20 gennaio 2017 e il 20 gennaio 2021). In quel periodo la discussione pubblica sugli Ufo ha avuto un significativo rilancio, anzi possiamo dire che è proprio in quel periodo che il mondo ha scoperto dell’esistenza di programmi segreti del Pentagono di indagine sugli ufo / uap, e di avvistamenti numerosi da parte dei piloti della marina americana.

    È infatti del dicembre 2017 il reportage del New York Times riguardante i misteriosi oggetti incontrati dai piloti militari della marina lungo le coste est e ovest degli Stati Uniti. Contestualmente al reportage, sono stati rilasciati (o meglio sono stati divulgati, e poi confermati come veridici dal Pentagono) i video in bianco e nero di alcuni ufo, filmati con le telecamere a infrarossi degli aerei: almeno tre oggetti volanti che ad oggi rimangono ufficialmente non identificati (i video denominati Tic Tac, Gimbal, Go fast).

    Trump durante quel suo primo mandato non si è mai esposto troppo sull’argomento. La stampa, che in quel periodo anche con un certo imbarazzo si trovava a dover maneggiare il tema ufologico, occasionalmente gli ha chiesto la sua opinione in merito. Ma lui ha sempre preferito prendere le distanze, dicendo all’incirca che “non era il suo argomento” o che “lui non era tipo da crederci”.

    Tuttavia, non ha mai rifiutato di essere possibilista, non escludendo nulla, e ha sempre mostrato – come naturale conseguenza del suo patriottismo – un grande riguardo per i piloti e il personale militare. Questo più di ogni altra cosa gli ha garantito un profilo moderato sull’argomento.

    Ecco le sue affermazioni in quel periodo, per la precisione nel giugno 2019 (le riprendiamo dal sito di ABCNews), quando gli veniva chiesto un parere proprio riguardo agli avvistamenti di ufo visti dai piloti:

    «Penso che sia probabilmente … voglio che pensino qualsiasi cosa pensino. Dicono, e ho visto, e ho letto, e ho sentito. E ho avuto un resoconto molto breve al riguardo. Ma la gente dice di vedere gli UFO. Ci credo? Non particolarmente», ha detto Trump. Alla domanda se pensasse che sarebbe stato informato di un’eventuale presenza di vita extraterrestre, il presidente ha risposto: «Beh, penso che i miei grandi piloti lo saprebbero. I nostri grandi piloti lo saprebbero.» (Fonte: abc news, tradotto).

    Qui l’originale in inglese americano:

    «I think it’s probably — I want them to think whatever they think. They do say, and I’ve seen, and I’ve read, and I’ve heard. And I did have one very brief meeting on it. But people are saying they’re seeing UFOs. Do I believe it? Not particular,” Trump said. Asked if he thought he would know if there were a case of extraterrestrial life, the president replied, “Well, I think my great pilots would know. Our great pilots would know.» (Fonte: abc news)

    Una posizione cauta, certamente, ma un punto di vista anche attento a rispettare l’opinione pubblica. Infatti, gli apparati governativi come Pentagono e affini hanno al contrario da sempre mostrato una certa contraddizione quando si tratta di ufo: in pubblico hanno sempre negato ogni cosa, ma di fatto si sono susseguiti nei decenni vari programmi di ricerca sugli uap, e innumerevoli sono i progetti esistenti e esistiti che sicuramente non verranno mai allo scoperto.

    Se è fuori di dubbio che il Presidente Trump di allora sia stato informato (i cosiddetti “briefing” da parte dell’intelligence) almeno a grandi linee, sulla possibile presenza di intelligenze non umane sulla Terra, d’altra parte egli non ha voluto in quel periodo sbilanciarsi troppo, forse anche perché l’argomento si sarebbe facilmente rivolto contro di lui, avrebbe potuto prestare il fianco a detrattori e critici, dato l’aura di marginalità e fantasia che da sempre circonda l’ambito ufologico.

    D’altra parte, pensiamo a un altro modo di gestire la faccenda degli ufo che si è rivelato controproducente: quello di Biden, che nel febbraio 2023, quando più oggetti non identificati hanno sorvolato a lungo il suolo americano, ha preferito il silenzio, seguito da una comunicazione tardiva e frammentaria. Una condotta che ha portato molto imbarazzo e un grande senso di vulnerabilità nella cittadinanza americana.

    Uno di quegli oggetti si è poi rivelato essere un pallone sonda cinese. Degli altri (almeno 3), abbattuti sopra la regione dello Yukon e altre zone impervie del nord America, si è saputo pochissimo. Una foto rilasciata nelle scorse settimane di uno degli ufo abbattuto sullo Yukon, addirittura una copia di una fotocopia, ha creato ancora più dubbi.

    Le dichiarazioni dell’ex direttore dell’intelligence John Ratcliffe

    Probabilmente una delle conferme più rilevanti sul coinvolgimento della prima amministrazione Trump riguardo agli ufo ci è giunta dall’ex direttore dell’intelligence, John Ratcliffe, che ha svolto il suo incarico tra il 2020 e il 2021, dunque nell’ultima parte del mandato del tycoon.

    Ratcliffe, durante un’intervista del 2021 all’emittente Fox News, era stato interpellato per un commento sul rapporto del Pentagono sugli ufo che sarebbe stato divulgato di lì a poco, nel giugno del 2021.

    In quel periodo Ratcliffe era già ex direttore, essendo finito il mandato Trump. L’intervistatrice Maria Bartiromo gli domandò nello specifico, in qualità di capo dell’intelligence con accesso a informazioni riservate, se «sono stati davvero avvistati oggetti volanti non identificati?».

    L’ex direttore confermò che sì, ci sono stati diversi avvistamenti, e il rapporto del Pentagono di lì a poco avrebbe fornito alcune informazioni. Ma soprattutto disse che lui «avrebbe voluto rilasciare quelle informazioni in modo declassificato prima di lasciare l’ufficio» di direttore dell’intelligence, ma aggiunse che «non hanno fatto in tempo a divulgarle abbastanza velocemente in un formato che non fosse classificato».

    «Ma francamente ci sono stati molti più avvistamenti di quanti siano stati resi pubblici», continuò Ratcliffe. «Parliamo di oggetti che sono stati visti da piloti o inquadrati da immagini satellitari che sinceramente intraprendevano manovre difficili da spiegare, movimenti difficili da replicare, non ne abbiamo le tecnologie per farlo, o velocità che superano la barriera del suono senza “sonic boom”. In breve, cose che osserviamo e che sono difficili da spiegare …».

    Ha inoltre aggiunto che il loro sforzo è sempre di capire naturalmente se quei fenomeni sono riconducibili a fenomeni naturali, o a tecnologie di avversari, ma c’è un buon numero di casi in cui tali osservazioni non trovano una spiegazione ordinaria.

    «Dove vengono osservati questi oggetti?» Ha chiesto l’intervistatrice.

    «In tutto il mondo, sono osservazioni riscontrate in tutto il mondo. E da più sensori contemporaneamente» ha detto Ratcliffe.

    Il Trump della campagna elettorale appena conclusa: più parole sugli ufo

    Trump ha avuto il merito durante quest’ultima campagna elettorale di non sottrarsi ad alcun confronto e ad alcun invito, anche attraverso canali e formati apparentemente poco rilevanti, come possono essere podcast, interviste su Youtube, eccetera.

    In realtà, è proprio lì, su internet e sui nuovi media, che si distribuisce una buona fetta del pubblico, americano e mondiale. Gli autori di podcast e i “giornalisti emergenti” o alternativi sono inoltre più propensi a trattare argomenti di confine, un po’ “fringe” come si dice in gergo, cioè scomodi per il loro ambito non ancora considerato scientifico.

    Eppure gli Uap sono ormai una questione di sicurezza nazionale negli Usa, tanto più di recente è emerso il problema – attraverso alcuni articoli e dichiarazioni del Pentagono – , di presunti “droni” che hanno sorvolato indisturbati a lungo alcune basi militari sul suolo americano. Lo stesso Pentagono non ha idea di che tipo di oggetti si tratti, dunque parlare di droni è inappropriato e sarebbe meglio parlare a tutti gli effetti di oggetti non identificati con caratteristiche di volo non spiegabili (per esempio, quei “droni” erano capaci di rimanere per lunghissimo tempo in volo … ).

    Dunque le domande sugli ufo / uap al candidato Trump avevano una loro pertinenza, non solo in quanto materia ufologica, ma anche riguardo ambiti più “terrestri” quali lo spionaggio internazionale e la supremazia tecnologica.

    Negli ultimi mesi di campagna elettorale Trump aveva rivelato che quella sugli Ufo era proprio una delle domande che si sentiva rivolgere più spesso.

    In un’intervista a Fox News ha raccontato di un’occasione in cui ha parlato con diversi piloti, incontrati alla Casa Bianca anni prima presumibilmente, che gli hanno descritto un incontro con un oggetto volante non identificato:

    «Erano nello Studio Ovale, questi tre o quattro piloti, e questi non sono il tipo di persone che inventano storie. Hanno detto: “tutto quello che so, signore, è che c’era un oggetto rotondo che andava più veloce del mio F-22”, che è un aereo molto veloce.»

    Durante una intervista a giugno 2024 con l’autore di podcast Logan Paul, Trump ha fatto commenti simili sulla possibile presenza aliena ed è tornato sulla storia dell’incontro con i piloti, dicendo: «Ho incontrato i piloti… non sono cospirazionisti, non sono pazzi, e mi raccontano storie su cose che hanno visto a cui non crederesti.»

    L’intervistatore Logan Paul gli ha poi chiesto se ci fosse la possibilità che le informazioni sugli alieni gli fossero nascoste. Trump ha risposto: «Immagino di sì. Esiste il Deep State… È molto probabile che ci sia qualcosa. E perché non dovrebbe esserci? Guardi l’universo e vedi tutti i diversi pianeti e vedi… guarda, eccoci qui, un pianeta relativamente piccolo. Perché non dovrebbe esserci qualcosa, qualcuno?»

    Stavolta perciò Trump nella campagna elettorale appena conclusa ha dimostrato un maggiore “coinvolgimento” in materia di Ufo. Pur rimanendo sempre su posizioni di cauto scetticismo, di possibilismo, ha più volte riferito con grade enfasi di aver parlato con gli straordinari piloti militari, elogiandone le qualità e le capacità; ha detto che questi bravissimi piloti, addestrati a riconoscere minacce e bersagli nel loro lavoro, gli hanno riferito stupefatti di aver incontrato oggetti con capacità superiori ai loro moderni aerei, e capaci di manovre inspiegabili.

    Un’altra occasione dove Trump si è soffermato sul tema è stata anche l’intervista avuta con Joe Rogan, che dirige il podcast The Joe Rogan Experience.

    Trump ha esplicitamente menzionato in quel frangente che «ci sono un sacco di informazioni sulla “gente che viene dallo spazio”» . Allora Rogan gli ha chiesto di più: «Quante cose le hanno detto al riguardo?» «Tante» («A lot») ha risposto Trump.

    Donald Trump intervistato nel podcast di Joe Rogan, dove ha parlato dei segreti su Kennedy e sugli Ufo.

    Ma quando l’intervistatore lo ha incalzato, Trump si è fermato dicendo che non poteva dire molto. Ed è tornato sulle frasi consuete: «Non sono mai stato un grande credente al riguardo, ma ho incontrato persone … Ho intervistato piloti di jet che mi hanno detto che hanno visto qualcosa … Grandi piloti, brave persone, che hanno detto abbiamo visto cose davvero strane, andavano 4 volte più veloci dei nostri f22, ed erano oggetti rotondi … Non è un grande interesse per me, ma è pur sempre un interesse … »

    Ha aggiunto che se ci fosse stato lui, non avrebbe permesso che la Cina mandasse il pallone sonda spia. Ma dal tono di Trump e dalle sue affermazioni non sembra che creda che gli ufo visti dai piloti siano oggetti terrestri.

    «Potrebbe essere. Ma ho intervistato 3 o 4 piloti … come ho detto persone bellissime e solide. E hanno detto: Signore, c’è qualcosa là fuori».

    «Se eletto, pubblicherò filmati sugli UFO»

    E infine, è stato lo stesso Trump che ha dichiarato, durante la campagna elettorale, al podcast di Lex Fridman il 3 settembre 2024, la sua promessa di impegnarsi per la divulgazione di nuove prove visive riguardanti gli ufo.

    Lex Friedman infatti gli aveva domandato: «Tante persone sono interessate ai filmati degli Ufo. Lei sarebbe disposto a sollecitare il Pentagono a rilasciare più filmati, che la gente dice sono in loro possesso?».

    «Oh sicuramente, lo farò, lo farei, mi piacerebbe farlo. Devo farlo» ha risposto Trump. «Mi hanno anche spinto su Kennedy, e ho rilasciato parecchie cose, ma ho avuto diverse persone che sono venute da me e mi hanno pregato di non farlo. Ma lo farò molto presto … Sì, nessun dubbio lo farò».

    La comunità ufologica si aspetta che Trump sarà il “Presidente della rivelazione”

    I tabloid inglesi, nel frattempo, si lanciano a capofitto su questa ghiotta occasione, lanciando articoli dai titoli ottimistici:

    Donald Trump becoming president ‘is the perfect storm’ for huge UFO announcement

    Donald Trump’s presidency ‘perfect storm’ for UFO announcement ‘within weeks’

    ‘Huge UFO announcement expected’ after Donald Trump becomes US president

    Tutti questi articoli sono sospinti soltanto dalle riflessioni di Nick Pope, ormai frequente volto pubblico del panorama ufologico, colui che per molti anni è stato incaricato di analizzare i rapporti sugli UFO per il Ministero della Difesa britannico. Pope afferma che esiste una forte possibilità che Donald Trump rilasci informazioni straordinarie sugli UFO all’inizio del 2025, subito dopo il suo insediamento.

    Nel frattempo, tre giorni fa il giornalista Ross Coulthart nel suo consueto podcast / rubrica su Youtube, “Reality Check”, ha formulato alcune riflessioni proprio sulla possibilità che Trump riveli qualcosa sugli ufo (circa verso la fine del video, dal minuto 20 / 25 in poi).

    Le recenti riflessioni di Ross Coulthart sul possibile ruolo di Trump nella disclosure sugli Ufo.

    Coulthart è più cauto, perché ritiene che Trump sarà molto più guardingo che in passato su possibili errori e grossolani passi falsi in materia di sicurezza nazionale. Dunque, secondo il giornalista, anche se Trump è stato indubbiamente informato sulla realtà degli uap, ciò che egli potrebbe rivelare sarà comunque controllato dalle esigenze poste dall’intelligence.

    Indipendentemente da questi commentatori, pur informati sulla questione degli ufo / uap, non c’è dubbio che la comunità ufologica nutra forti aspettative che Trump possa essere il “presidente della rivelazione aliena”.

    Se Donald Trump manterrà le promesse e svelerà almeno alcuni nuovi materiali e filmati sugli UFO, potremmo trovarci finalmente a una svolta nel dibattito pubblico sui fenomeni aerei non identificati.

  • Gli scienziati che stanno prendendo sul serio gli UFO

    Gli scienziati che stanno prendendo sul serio gli UFO

    Negli ultimi anni, il dibattito sugli UFO ha subito un’evoluzione inaspettata. Un tempo relegato ai margini della scienza, considerato poco più che una curiosità o materia di fantascienza, il fenomeno UFO è ora oggetto di interesse serio da parte di alcuni dei più brillanti scienziati del nostro tempo. Ricercatori di spicco come Avi Loeb, Garry Nolan e Jacques Vallée, già affermati nei loro campi di astrofisica, biotecnologia e studi sui fenomeni aerei, stanno ora dedicando parte della loro carriera allo studio dei fenomeni aerei non identificati, conosciuti oggi come UAP (Unidentified Aerial Phenomena).

    Questi scienziati si avvicinano al tema con rigore accademico, mantenendo però la mente aperta a possibilità che sfidano le attuali conoscenze. Avi Loeb, astrofisico di Harvard, sta cercando tracce di tecnologie non terrestri attraverso il progetto Galileo, mentre il biologo Garry Nolan esplora le possibili implicazioni biologiche di alcuni fenomeni. In passato, anche figure come il dottor John Mack, psichiatra e vincitore del premio Pulitzer, avevano osato varcare il confine tra scienza e ignoto, spingendo il mondo accademico a considerare la possibilità di incontri con forme di vita non umane.

    In questo post, esploreremo le vite e i progetti di alcuni degli scienziati contemporanei che stanno trasformando il modo in cui la scienza guarda al fenomeno UFO, non come un argomento di pura speculazione, ma come una possibilità da investigare con metodo e apertura mentale.

    Indice:

    Avi Loeb e il Galileo Project: alla ricerca di oggetti interstellari

    Avi Loeb, un astrofisico israeliano di fama internazionale e docente ad Harvard, è una figura centrale nella comunità scientifica che prende seriamente in considerazione l’esistenza di intelligenze extraterrestri. Loeb ha fondato il Galileo Project, una ricerca scientifica dedicata alla scoperta di possibili artefatti tecnologici extraterrestri nelle vicinanze della Terra. Questo progetto ambizioso si articola in tre aree principali: lo studio degli oggetti interstellari che transitano nel nostro sistema solare, la ricerca sui fenomeni aerei non identificati (UAPs), e l’analisi di meteoriti di origine interstellare. Con il Galileo Project, Loeb mira a esplorare la possibilità che alcuni oggetti celesti possano non essere solo semplici rocce spaziali, ma anche resti di civiltà avanzate.

    Video dal canale ufficiale del Galileo Project su Youtube, che racconta gli aggiornamenti recenti del progetto.

    Il caso di Oumuamua

    Un momento cruciale nella carriera di Avi Loeb è stato il suo coinvolgimento nell’analisi di Oumuamua, un oggetto interstellare che ha attraversato il nostro sistema solare nel 2017. Questo misterioso corpo celeste, identificato come il primo oggetto interstellare mai osservato, ha suscitato una grande discussione nella comunità scientifica per la sua forma e comportamento anomali. Loeb ha teorizzato che Oumuamua non fosse un semplice asteroide o una cometa, ma potesse essere un artefatto tecnologico di una civiltà extraterrestre. La sua teoria si è basata sulla forma allungata dell’oggetto e sul comportamento di accelerazione che non poteva essere spiegato solo dalle forze gravitazionali o dalla pressione del sole.

    Rappresentazione artistica dell’asteroide interstellare `Oumuamua. Fonte: European Southern Observatory, ESO. Nota di UfoItalia: non è chiara l’esatta forma e caratteristiche di Oumuamua, si sa soltanto che sembra fosse più lungo che largo. Non si sa se fosse un asteroide o un presumibile oggetto tecnologico di produzione aliena.

    Secondo Loeb, la struttura e la velocità di Oumuamua non si allineano con le caratteristiche di oggetti naturali conosciuti, suggerendo che potesse trattarsi di una sonda spaziale o di una nave in viaggio interstellare. Questo approccio ha scatenato critiche e dubbi da parte di molti scienziati, ma anche ampi consensi tra coloro che ritengono che l’astronomia dovrebbe esplorare tutte le possibilità, incluse quelle che potrebbero suggerire l’esistenza di vita intelligente oltre la Terra.

    La sua teoria è stata esposta nel libro Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth (2021), dove Loeb esplora più a fondo l’idea che Oumuamua possa essere un segnale proveniente da una civiltà avanzata. Sebbene la teoria non sia stata accettata da tutti, ha senza dubbio messo Loeb sotto i riflettori come uno degli scienziati più audaci e innovativi nel campo dell’astrofisica e dell’ufologia.

    Il caso di Oumuamua ha portato poi proprio alla creazione del Galileo Project, l’iniziativa che mira a studiare fenomeni simili con un approccio rigoroso e scientifico, cercando segni tangibili di tecnologie avanzate al di fuori del nostro sistema solare. Loeb continua a sostenere che la scienza debba essere aperta a nuove idee e fenomeni, anche quelli che esulano dalle convenzioni stabilite.

    Potete approfondire ulteriormente la vicenda di Oumuamua e il ruolo di Loeb in questo dibattito tramite fonti quali Scientific American e Smithsonian Magazine, o in italiano per es su Il Fatto Quotidiano. Questa invece è la pagina del sito Nasa dedicata al misterioso oggetto interstellare.

    Inoltre, Avi Loeb talvolta scrive di suo pugno online, come in questo recentissimo articolo (in inglese) su Medium, dove racconta il suo dialogo con altri accademici, che venuti a conoscenza delle sue ricerche si sono incuriositi e lo hanno contattato: Could UAP Save Us from Ourselves?

    Le sferule metalliche che Loeb sta cercando negli oceani

    Recentemente, Loeb ha guidato una spedizione in Papua Nuova Guinea alla ricerca di sferule metalliche, materiali potenzialmente provenienti da un meteorite interstellare chiamato IM1. I risultati iniziali suggeriscono che questi frammenti presentino una composizione chimica anomala, distintiva rispetto ai materiali presenti nel nostro sistema solare, il che potrebbe indicare un’origine extraterrestre. L’analisi preliminare, che è ancora in corso presso laboratori avanzati, ha alimentato speculazioni sulla possibilità che questi oggetti contengano tracce di materiali prodotti in ambienti extraterrestri estremamente rari, come oceani magmatici di pianeti extra-solari, aprendo una prospettiva radicale sulla nostra comprensione dell’universo.

    Dal canale Youtube dell’emittente Usa NewsNation: “I ricercatori del gruppo di spedizione interstellare del Progetto Galileo hanno completato una prima analisi dei frammenti della prima meteora interstellare riconosciuta, che si schiantò sulla Terra nel 2014. Avi Loeb, capo del Progetto Galileo, dice a Elizabeth Vargas che gli scienziati credono che oggetti originati dall’esterno del nostro sistema solare.”

    In più occasioni, Loeb ha espresso il suo disappunto per come la scienza mainstream spesso ignori o sottovaluti questi temi, sostenendo che la scoperta di tracce di civiltà aliene trasformerebbe profondamente la percezione dell’umanità, molto più che altre scoperte cosmologiche come quella della materia oscura. Egli auspica che, se mai dovessimo trovare segni di una civiltà avanzata, questa scoperta possa ispirare un’unità globale, stimolando riflessioni esistenziali sul nostro posto nell’universo.

    Questa visione audace ha attirato sia il sostegno che lo scetticismo di altri scienziati, ma Loeb resta convinto che indagare con metodi rigorosi e aperti a nuove possibilità sia l’unica strada per esplorare verità ancora sconosciute.

    Un reclutamento da film: come Garry Nolan è entrato nel mondo degli UAP

    Foto di Garry Nolan dalla pagina della Stanford Medicine con il suo profilo biografico.

    Garry Nolan è un immunologo e professore di patologia presso l’Università di Stanford, noto per il suo approccio innovativo e per le sue ricerche nel campo della biologia cellulare e della medicina. La sua carriera ha preso una piega sorprendente quando, come lui stesso ha raccontato, è stato avvicinato da agenti della CIA nel suo ufficio universitario. Questa scena, che sembra uscita da un film, ha segnato l’inizio di un coinvolgimento profondo con la questione degli UAP (fenomeni aerei non identificati) e delle esperienze di incontro ravvicinato.

    Nolan è stato reclutato per aiutare a studiare casi di personale militare e intelligence che avevano subito danni fisici o biologici dopo presunti incontri con UFO. Queste esperienze non solo hanno messo in luce l’interesse della comunità scientifica per i fenomeni UFO, ma hanno anche rivelato il potenziale impatto di tali eventi sulla salute degli individui coinvolti. Nolan ha utilizzato le sue competenze scientifiche per analizzare le testimonianze e i dati relativi a questi incidenti, cercando di identificare eventuali correlazioni tra gli incontri e i sintomi riportati dalle persone.

    Nel suo approccio, Garry Nolan ha enfatizzato l’importanza della ricerca scientifica rigorosa per esplorare fenomeni che storicamente sono stati etichettati come marginali o privi di fondamento. La sua prospettiva è diventata ancora più influente grazie alla sua partecipazione a conferenze e discussioni pubbliche, dove ha condiviso le sue intuizioni sulla possibilità che alcuni UAP possano rappresentare tecnologie avanzate o forme di vita extraterrestre.

    Il suo lavoro non solo ha contribuito a rendere più legittima la discussione scientifica sugli UAP, ma ha anche attirato l’attenzione dei media e del pubblico, rendendolo una figura centrale in questo campo emergente.

    La voce della scienza: Nolan e la divulgazione pubblica sugli UFO

    Garry Nolan non è solo un accademico di spicco nel campo dell’immunologia, ma è anche un buon divulgatore della ricerca sugli UFO e dei fenomeni correlati. È attivamente coinvolto in diverse organizzazioni che si occupano di questo argomento, contribuendo alla divulgazione scientifica e alla promozione di un dialogo aperto e informato. La sua presenza sui social media, in particolare su X (ex Twitter), è molto attiva, dove interagisce frequentemente con il pubblico e risponde alle domande degli utenti. Questo approccio accessibile e amichevole ha reso Nolan una figura rispettata e apprezzata nel panorama della ricerca sugli UAP.

    Tra le innumerevoli interviste rilasciate da Nolan, riportiamo qui il link a un interessante dialogo avuto dallo scienziato con il giornalista Ross Coulthart nel dicembre 2023.

    Inoltre, Nolan ha fatto dichiarazioni significative riguardo al suo coinvolgimento nello studio di oggetti di origine non terrestre che sarebbero stati recuperati dagli Stati Uniti. Anche se i dettagli su come questi oggetti siano stati acquisiti rimangono poco chiari, le sue affermazioni hanno attirato l’attenzione e suscitato interrogativi su potenziali segreti governativi riguardanti la vita extraterrestre e le tecnologie avanzate. La sua posizione accademica e il suo impegno nella ricerca forniscono una base di credibilità alle sue dichiarazioni, rendendo le sue osservazioni particolarmente rilevanti nel contesto della discussione sugli UFO.

    Per approfondire ulteriormente il profilo di Garry Nolan e le sue affermazioni, puoi consultare articoli su The New York Times, The Guardian e Stanford Medicine.

    Jacques Vallée: il pioniere della ricerca sugli UFO

    Due grandi personaggi: il Dr. J. Allen Hynek (a sinistra) e il Dr. Jacques Vallée (a destra).

    Jacques Vallée è una delle figure più iconiche e influenti nel campo della ricerca sugli UFO, una presenza poliedrica che ha plasmato il pensiero ufologico per decenni. Astronomo, informatico, scrittore e scienziato, Vallée ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della comprensione e della narrativa sugli UFO, avvicinandosi al fenomeno in modo razionale e scientifico ma senza escludere aspetti che sfidano le categorie convenzionali.

    Nato in Francia, Vallée iniziò la sua carriera come astrofisico e fu presto coinvolto in progetti di ricerca scientifica in astronomia. Successivamente si trasferì negli Stati Uniti, dove collaborò con la NASA e partecipò ai primi esperimenti pionieristici nell’ambito delle reti di computer, collaborando allo sviluppo di ARPANET, il precursore di Internet. Questa formazione scientifica rigorosa, unita alla sua curiosità intellettuale, lo portarono a interessarsi al fenomeno UFO in modo serio e metodico.

    Uno dei tratti distintivi del pensiero di Vallée è la sua convinzione che il fenomeno UFO non possa essere compreso esclusivamente come una manifestazione di tecnologia extraterrestre. Questa visione venne espressa in modo chiaro già negli anni ’70, quando pubblicò il libro “Passport to Magonia: from folklore to flying saucers”. Qui, Vallée esamina somiglianze tra racconti di incontri UFO e miti folkloristici di varie culture, suggerendo che i fenomeni UFO potrebbero essere manifestazioni di una realtà più complessa, un “sistema di controllo” che agisce sulla percezione e sulle credenze umane.

    Altri libri di Vallée, come “The invisible college” e “Messengers of deception”, hanno influenzato non solo i ricercatori ufologici, ma anche la cultura popolare e i teorici della cospirazione. In questi testi, esplora temi come la manipolazione sociale e psicologica che potrebbe accompagnare gli avvistamenti di UFO, suggerendo che tali fenomeni potrebbero essere strumentalizzati per controllare le masse o come catalizzatori di cambiamenti culturali e religiosi. Con il passare degli anni, Vallée ha mantenuto una posizione critica verso l’interpretazione puramente extraterrestre degli UFO, aprendo le porte a ipotesi che collegano il fenomeno con dimensioni alternative della realtà, percezioni alterate e fenomeni parapsicologici.

    Oltre alla sua produzione letteraria, Vallée è stato un consulente chiave in numerosi studi e comitati sugli UFO, e la sua influenza è ben evidente nella rappresentazione del personaggio interpretato da François Truffaut nel celebre film “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg. Questa figura si ispira proprio a Jacques Vallée, a testimonianza del suo ruolo pionieristico.

    Più recentemente, Vallée ha continuato a contribuire alla ricerca sugli UFO, partecipando a studi sui cosiddetti “frammenti” di oggetti recuperati e coinvolgendosi in ricerche scientifiche per determinarne l’origine. Il suo approccio multidisciplinare, che integra scienza, filosofia, sociologia e storia, continua a fornire una prospettiva unica e innovativa.

    Nuove prospettive accademiche sugli UFO

    Oltre ai volti noti di governi e agenzie pubbliche di cui abbiamo appena portato tre illustri esempi, anche il mondo accademico e scientifico inteso in senso più largo si sta interessando seriamente allo studio degli UFO. Nel settembre 2023, la NASA ha pubblicato un atteso rapporto sull’argomento, sottolineando la necessità di approcci più rigorosi per studiare i fenomeni aerei non identificati (UAP). Questo studio ha proposto metodi per raccogliere dati più precisi e suggerito nuove collaborazioni per analizzare gli avvistamenti, una svolta significativa dato che finora le evidenze sono spesso limitate e difficili da interpretare. Sebbene il rapporto non confermi l’esistenza di tecnologie extraterrestri, pone le basi per un’indagine scientifica più solida e priva di pregiudizi, evidenziando l’importanza di strumenti e metodologie avanzate per ottenere risposte definitive.

    Il ruolo della NASA è un esempio di come le istituzioni accademiche stiano ampliando il loro coinvolgimento. Il team di scienziati della NASA ha enfatizzato l’importanza di rimanere neutrali e basarsi solo sui dati, evitando conclusioni affrettate. Tuttavia, il crescente interesse e gli sforzi per una raccolta dati migliorata rappresentano un passo verso una comprensione più approfondita dei fenomeni UAP, un approccio che potrebbe servire da modello per ulteriori ricerche in tutto il mondo.

    Il crescente interesse scientifico sugli UFO

    Forse una spia di questa inversione di rotta è il fatto che di recente sono apparsi vari articoli online – su siti e riviste di natura divulgativa – che testimoniano il desiderio della comunità scientifica – e forse anche una certa curiosità, tante volte sacrificata in nome del rigore – nel trattare il fenomeno UAP con metodo.

    Articoli come quello di ScienceNews, dell’agosto 2024, intitolato “Scientists are getting serious about UFOs. Here’s why,” esplorano l’importanza della raccolta di dati e della collaborazione interistituzionale per comprendere i fenomeni inspiegati, suggerendo che la NASA e altri enti puntino su metodologie trasparenti e senza pregiudizi.

    Collegato al sito precedente, nell’ottobre 2024 su ScienceNewsExplores è uscito un altro articolo: Why are scientists suddenly interested in UFOs? che ripercorre le tappe soprattutto degli avvistamenti da parte di piloti militari, nei decenni passati ma anche in tempi recenti.

    In un articolo sul prestigioso Scientific American di inizio 2023 venivano invece analizzate da un lato le difficoltà e la vaghezza che ancora circonda il fenomeno UAP / UFO, e dall’altro il crescente coinvolgimento degli studiosi (tra i quali veniva citato e intervistato proprio anche Avi Loev), un coinvolgimento che non può più passare inosservato.

    Recentissimo poi è l’articolo di Popular Mechanics dell’8 novembre 2024: “Gli alieni stanno infrangendo le leggi della fisica per farci visita sulla Terra, sostiene una nuova teoria” (articolo in inglese, titolo tradotto). Popular Mechanics è un noto giornale online di scienza e tecnologia. L’articolo si concentra sul punto di vista di uno scrittore di fantascienza, che ha però un background scientifico solido, laurea in fisica e altri titoli conseguiti all’Università dell’Arizona e alla George Washington University, di nome André Bormanis, il quale sostiene in sostanza che “questi oggetti [gli Uap] suggeriscono una forma di fisica che non abbiamo ancora scoperto”.

    Sebbene dunque lo stigma su certi temi rimanga e il progresso possa sembrare graduale, il fatto che organizzazioni accademiche riconosciute, scienziati indipendenti o meno, e anche più semplicemente riviste del settore discutano apertamente della possibilità di oggetti inspiegabili segna una svolta significativa.

    L’inizio di una nuova era di ricerca

    Questi studi rappresentano solo l’inizio di un cambiamento di prospettiva. A fine 2024, il fenomeno UFO/UAP si trova a un crocevia che potrebbe aprire nuove vie di ricerca.

    Probabilmente, assisteremo presto a un’accelerazione: ipotesi innovative, raccolta dati sistematica e un numero sempre maggiore di ricercatori, forse anche di ambiti scientifici finora distanti, contribuiranno a costruire una comprensione più ampia e solida del fenomeno.

    La ricerca sugli UFO, finalmente, potrebbe uscire dall’ombra per entrare nel cuore dell’indagine scientifica.

  • Il cielo del mese: novembre 2024

    Il cielo del mese: novembre 2024

    Il cielo stellato nel bel mezzo dell’autunno offre magnifiche viste di stelle luminose: le Pleiadi sembrano gemme di ghiaccio blu, accanto al fuoco delle stelle arancio rossastre come Aldebaran, della costellazione del Toro.

    L’unico problema? La nebbia! In novembre, la maggior parte delle occasioni per osservare il cielo sono impedite da un perenne strato di nebbia fitta, almeno per diverse parti d’Italia ormai sempre più avvolta nell’umidità, anche per colpa delle ingenti piogge cadute nelle scorse settimane.

    Tanti bravi astrofili e appassionati di astronomia, ben attrezzati, hanno fotografato nel mese scorso la cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS. Alcune foto e articoli online sulla cometa: 1) Ultimo atto per la cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) 2) Le foto più belle della cometa C/2023 A3 3) https://edu.inaf.it/astrofoto/galleria-cometa-c2023-a3-tsuchinshan-atlas/

    Suggerimenti di osservazione

    In questo mese, Giove offre la sua maestosa presenza. Alzando lo sguardo verso est, già verso le ore 22 o 23, risulta di facilissima osservazione. Ricordiamo che anche con un buon binocolo, a 8 o 10 ingrandimenti (purché si trovi una posizione stabile e comoda con un appoggio), si riescono a osservare i 4 principali satelliti di Giove (i satelliti Galileiani): Io, Europa, Ganimede e Callisto.

    L’Unione Astrofili Italiani, a proposito di Giove, scrive: «il conto alla rovescia per l’opposizione al Sole del pianeta più grande del sistema solare sta per giungere alle fasi finali. All’inizio di dicembre vedremo Giove nelle condizioni ottimali e per tutta la notte. In questo mese di novembre dovremo invece ancora attendere un po’ per poterlo osservare ad Est nelle prime ore della notte. Come già anticipato nel paragrafo su Venere, nel corso del mese Giove anticiperà ulteriormente il suo sorgere, mentre Venere posticipa il proprio tramonto. Potremo così osservare entrambi i pianeti quasi opposti l’uno all’altro sulla volta celeste, Venere ad occidente e Giove ad oriente. Giove rimane ancora nella costellazione del Toro.»

    A novembre sarà interessante osservare – nebbia permettendo – alcune congiunzioni tra la Luna e pianeti. Ad esempio, il 16 novembre la Luna apparirà vicina a Giove e alle Pleiadi, come riporta la mappa dell’Unione Astrofili Italiani:

    Congiunzione Luna Pleiadi Giove del 16 novembre. Fonte: UAI

    Come sempre, il riferimento per i nostri suggerimenti astronomici è la pagina del sito UAI del Cielo del mese.

    Buone osservazioni.

  • Nuova udienza sugli Ufo il 13 novembre. Testimonia l’ex ammiraglio Tim Gallaudet

    Nuova udienza sugli Ufo il 13 novembre. Testimonia l’ex ammiraglio Tim Gallaudet

    Il prossimo 13 novembre 2024 ci sarà una nuova udienza al Congresso americano sugli Uap, a noi meglio noti come Ufo. Sappiamo anche qualcosa in merito ai possibili testimoni: almeno uno di essi sarà un ex veterano della marina, l’ex contrammiraglio Tim Gallaudet. Si tratta di una persona molto informata sul tema, testimone di avvistamenti in ambito militare, che ha parlato spesso in pubblico sul tema della necessità di indagare anche gli oggetti non identificati sottomarini.

    Le dichiarazioni della repubblicana Mace

    A dare la notizia della presenza di Gallaudet tra i testimoni è stata la parlamentare repubblicana Nancy Mace, che presiede la Sottocommissione per la sicurezza informatica, l’IT e l’innovazione governativa del comitato di sorveglianza.

    Intervistata dall’autore del podcast “Ask a Pol” che chiedeva se ci fosse «Qualche aggiornamento pubblico su chi saranno i testimoni all’udienza pubblica dell’UAP del 13 novembre che presiederai?», la Mace ha risposto: «Vorrei avere un veterano militare. Penso che sia importante avere più che semplici accademici. Ho bisogno di persone che magari abbiano visto qualcosa e possano dirci qualcosa».

    Ha poi aggiunto che le persone chiamate a riferire al Congresso potranno essere di diversa provenienza: «[…] i testimoni saranno diversi e porteranno sul tavolo informazioni diverse».

    Potremo aspettarci dunque anche altri testimoni, oltre all’ex ufficiale di marina.

    Chi è Tim Gallaudet

    L’ex contrammiraglio ha confermato sul social X la sua presenza all’udienza del 13 novembre. Ha ritwittato almeno un paio di post che rilanciano la notizia dell’udienza aggiungendo i suoi commenti:

    «Non vedo l’ora di testimoniare su questo!”

    «Non vedo l’ora di contribuire ad un’altra storica udienza sugli UAP»

    Ma – soprattutto per chi non avesse seguito le interviste sui canali youtube e i diversi podcast emersi negli ultimi tempi a tema uap/ufo – chi è Tim Gallaudet?

    Come ben riporta la pagina di Wikipedia a lui dedicata:

    «Timothy Cole Gallaudet è un oceanografo americano e contrammiraglio in pensione della Marina degli Stati Uniti. Gallaudet ha lavorato per il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti come sottosegretario al commercio per gli oceani e l’atmosfera e amministratore ad interim della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).

    […] Gallaudet è un membro di spicco della comunità UFO. Afferma di aver visto filmati di fenomeni anomali non identificati (UAP) e oggetti sommersi non identificati (USO) mentre era in servizio attivo nella Marina degli Stati Uniti, e ha espresso sostegno alle affermazioni dell’informatore di David Grusch al Congresso degli Stati Uniti, chiedendo la “de-stigmatizzazione” dell’argomento da parte della scienza, dei militari e del pubblico in generale.

    Fa parte del comitato consultivo di Americans for Safe Aerospace, che si descrive come “un’organizzazione no-profit guidata da piloti militari focalizzata sull’UAP”. È un ricercatore affiliato al progetto Galileo di Avi Loeb che cerca prove di artefatti tecnologici extraterrestri.»

    Informazioni sull’ex ufficiale si possono trovare sulla pagina a lui dedicata nel sito della US Navy, la marina americana.

    Tim Gallaudet in alcune interviste online

    Le recenti affermazioni del vice ammiraglio in pensione Tim Gallaudet sugli UFO hanno riscosso notevole apprezzamento, in particolare per l’alto profilo che egli porta al dibattito e per la serietà con cui affronta il tema.

    L’ex ufficiale e oceanografo della Marina ha sottolineato l’importanza di approfondire la ricerca scientifica sui fenomeni UAP (fenomeni aerei non identificati) anche in ambienti subacquei, evidenziando come tali fenomeni potrebbero avere connessioni con oggetti rilevati sotto la superficie marina, una prospettiva che amplia il campo di studio oltre lo spazio aereo.

    Le sue dichiarazioni, supportate dalla sua autorevolezza come figura scientifica e militare, indicano un crescente interesse per indagini formali sugli UAP da parte di esperti di alto livello, contribuendo a legittimare il fenomeno agli occhi del pubblico e della comunità scientifica.

    Egli ha più volte messo in guardia il pubblico infatti sugli USO (unidentified submerged objects), oggetti sottomarini non identificati, affermando che rappresentano una “vera minaccia” per la sicurezza marittima internazionale.

    Gallaudet, collaborando con la Sol Foundation, un think tank di personalità di spicco nella ricerca sugli ufo, ha affermato che gli oggetti sommergibili non identificati necessitano di attenzione urgente.

    Riportiamo qui un estratto dall’intervista a Gallaudet fatta dal giornalista Ross Coulthart, in cui l’ex ufficiale commentava le affermazioni di un altro importante testimone, l’uomo dell’intelligence David Grusch:

    intervista a Gallaudet fatta dal giornalista Ross Coulthart

    La disclosure «non si fermerà»

    L’emittente Americana NBC News ha rilanciato la notizia dell’udienza sugli uap a novembre e ha intervistato per l’occasione – come spesso accade – il giornalista Jeremy Corbell:

    Americana NBC News ha rilanciato la notizia dell’udienza sugli uap

    Corbell ribadisce con una certa enfasi che la rivelazione dei segreti sugli ufo andrà avanti, «in un modo o nell’altro», e la repubblicana Mace è determinata a proseguire.

    C’erano state voci infatti di un possibile stop e un insabbiamento anche di queste udienze pubbliche.

    Ma a quanto pare non è così, e almeno un gruppo di politici nel Congresso continua per fortuna a portare avanti il tema degli Uap.

    L’udienza del 13 novembre arriverà in un momento caldissimo per la politica USA, appena dopo le elezioni Presidenziali del 5 novembre.

    Il prossimo Presidente degli Stati Uniti non potrà esimersi dall’affrontare il problema degli ufo, sia sul versante della sicurezza aerea e nazionale, sia su quello della comunicazione e della trasparenza verso il pubblico.

  • C’è una «base aliena» nell’Oceano Pacifico. La portaerei USS Nimitz lì per monitorarli

    C’è una «base aliena» nell’Oceano Pacifico. La portaerei USS Nimitz lì per monitorarli

    Presso l’isola di Guadalupe, nelle profondità dell’Oceano Pacifico, ci sarebbe un significativo traffico di oggetti volanti non identificati. In particolare, una base aliena avrebbe la sua sede proprio laggiù. La portaerei nucleare USS Nimitz li ha osservati. A rivelarlo è stato Danny Sheehan, avvocato, non estraneo alle vicende riguardanti gli ufo (o uap) perché si è occupato di assistere molti testimoni di questi ultimi anni che sono usciti allo scoperto con rivelazioni importanti.

    Una fonte vicina ai grandi testimoni sugli ufo

    Un’isola al largo delle coste ovest del continente nord americano. Una delle maggiori portaerei nucleari degli Stati Uniti. E un traffico di oggetti volanti – centinaia – osservati con mezzi nucleari navali e sottomarini. Queste sono le premesse straordinarie alle rivelazioni fatte di recente da Daniel Sheehan.

    Avvocato, con una lunga carriera spesa soprattutto su casi di natura politica e militare, Daniel (Danny) Sheehan è anche un grande sostenitore della causa ufologica.

    Come ben sintetizza il sito LADBible, infatti: Sheehan «collabora da tempo con il The Disclosure Project, un’organizzazione fondata più di 30 anni fa che ha lo scopo di rivelare pubblicamente la presunta conoscenza da parte del governo degli Stati Uniti di oggetti volanti non identificati – noti anche come Unidentified Anomalous Phenomena (UAP) – nonché prove di vita extraterrestre e persino la conoscenza della tecnologia avanzata proveniente da altre parti dell’universo. Negli ultimi anni, ciò ha portato il Congresso degli Stati Uniti ad ascoltare ex ufficiali dell’intelligence che affermano che il governo del paese è in possesso di UFO e di corpi non umani.»

    Daniel Sheehan è stato consulente di personaggi che hanno contribuito in modi significativi alla ricerca sul fenomeno ufo e sulle potenziali presenze aliene: Wikipedia riporta che ha assistito lo psichiatra dell’Università di Harvard John E. Mack (colui che ha indagato il fenomeno delle abduzioni), e rappresenta inoltre Luis Elizondo, l’ex direttore dell’Advanced Aerospace Threat Identification Program.

    L’isola di Guadalupe

    Immagini satellitari dell’Isola di Guadalupe, tratte dalla NASA World Wind. Fonte Wikipedia.

    Secondo quanto riporta Wikipedia, l’isola di Guadalupe è un’isola vulcanica situata nell’Oceano Pacifico, a 241 chilometri al largo della costa occidentale della penisola messicana della Bassa California. I suoi vulcani sono estinti o dormienti.

    In quanto a giurisdizione, appartiene al Messico.

    Riguardo alle dimensioni, invece, “L’isola misura 35 chilometri da nord a sud e fino a 9,5 chilometri da est a ovest, con un’area totale di 243.988 km2. Presenta una catena di alte creste montuose vulcaniche che raggiungono un’altezza di 1.298 metri”.

    Costa sud-orientale dell'isola di Guadalupe, in Messico. Foto da Wikipedia.
    Costa sud-orientale dell’isola di Guadalupe, in Messico. Fonte: Wikipedia.

    È popolata da pochissimi abitanti. L’ultimo censimento del 2010 ne registrava poco più di 200, ma si stima che la popolazione sia molto diminuita negli anni recenti, ed attualmente sia inferiore ai 150 residenti.

    Ad oggi l’isola è un luogo di turismo, ricco di biodiversità, con abbondante fauna terrestre e marina. I più avventurosi si immergono in gabbie per osservare da vicino gli squali bianchi.

    «C’è una base laggiù»

    Sheehan ha parlato della base aliena sottomarina durante una presentazione tenuta a nome del New Paradigm Institute, organizzazione da lui fondata che ha come obiettivo “una disclosure piena e responsabile sugli ufo”.

    Le sue affermazioni sono degne di attenzione perché si collegano a uno degli avvistamenti più noti degli ultimi decenni: quello (o meglio quelli) che hanno coinvolto la portaerei USS Nimitz, assieme ad altre navi e sottomarini della flotta.

    Quegli avvistamenti sono stati decisivi per giungere a una prima divulgazione pubblica degli incontri ravvicinati – da parte dei piloti della marina – con gli ufo: pensiamo al caso dell’oggetto “tic tac” visto dal pilota David Fravor, e altri avvistamenti con oggetti dalle capacità di volo straordinarie.

    Gli articoli del NYTimes e i video rilasciati dal Pentagono nel 2017 riguardano proprio quegli incontri ravvicinati con gli uap, registrati anche dalla USS Nimitz nei pressi dell’isola indicata da Sheehan.

    “I piloti della Marina descrivono incontri con gli UFO”. Lo speciale della trasmissione 60Minutes andato in onda nel 2021.

    L’avvocato Sheehan, riporta anche il DailyStar, avrebbe detto: «Queste diverse specie hanno basi qui sul nostro pianeta, in remote regioni montuose dove sono lontane da tutte le osservazioni umane, e in modo molto notevole sotto i fondali marini del nostro pianeta».

    Ha poi specificato che «c’è una di queste basi appena al largo … a sud di Los Angeles in California, al largo di un posto chiamato Guadalupe Island – o Isla Guadalupe. La USS Nimitz è stata posizionata lì per monitorarli, e hanno monitorato oltre 100 di questi UFO che andavano e venivano, scendevano dallo spazio e andavano sott’acqua in quel punto».

    Il luogo è stato monitorato anche dai sottomarini nucleari uniti al gruppo della USS Nimitz. «Lo hanno analizzato e sappiamo che c’è una base laggiù», ha dichiarato Sheehan.

  • Possibile segnale radio alieno: la conferma potrebbe arrivare a breve

    Possibile segnale radio alieno: la conferma potrebbe arrivare a breve

    L’informazione arriva non da un ricercatore, ma da un documentarista che ha contatti con il mondo scientifico, in quanto ha collaborato in passato a progetti divulgativi con la NASA e altre agenzie. Simon Holland, l’autore della rivelazione, afferma che i suoi contatti gli hanno mostrato prove di segnali di origine artificiale rilevati sul pianeta Proxima b, grazie ai radiotelescopi del progetto Breakthrough Listen. Holland afferma inoltre che la notizia potrebbe essere confermata pubblicamente entro poche settimane. Due sarebbero i gruppi di astronomi in gara per rivelare i risultati.

    La fonte

    Simon Holland, documentarista e filmmaker, è un personaggio che vanta collaborazioni con la NASA, con la BBC e altre associazioni scientifiche.

    Holland ha raccontato ai giornali inglesi che la sua fonte è interna all’organizzazione no-profit “Breakthrough Listen”, il progetto di ricerca che si autodefinisce «il più grande programma di ricerca scientifica mai realizzato volto a trovare prove dell’esistenza di altre civiltà oltre la Terra».

    Breakthrough Listen fa uso di enormi radiotelescopi e ha ricevuto finanziamenti per più di 100 milioni di dollari.

    «Il mio contatto – ha dichiarato Holland al giornale DailyMail.com – è un amministratore senior del radiotelescopio dell’UE. “Abbiamo trovato un’intelligenza extraterrestre non umana nella nostra galassia“, ha detto, “e la gente non lo sa”».

    L’origine del segnale

    Il segnale radio è stato captato per la prima volta il 29 aprile 2019 dal radiotelescopio australiano Parkes. L’origine di esso sarebbe il sistema Proxima Centauri, che è la stella più vicina al nostro sistema solare.

    In particolare, attorno a quella stella orbita un pianeta simile alla Terra, Proxima b, nella zona considerata abitabile.

    Già in quel momento la notizia di una rilevazione anomala aveva suscitato grandi aspettative. Il segnale tuttavia era debole, e probabilmente ci sono voluti diversi altri tentativi e analisi dei dati per trarre conclusioni.

    Data l’importanza di quella osservazione, al segnale venne dato il nome di Breakthrough Listen Candidate-1 (BLC-1).

    Dopo la smentita del 2021, ora una nuova prospettiva

    Nel 2021 si era creduto che il segnale avesse un’origine terrestre, probabilmente un’interferenza radio. Si era concluso perciò che BLC-1 fosse dovuto a onde radio non identificate provenienti dalla Terra stessa.

    Ora Simon Holland propone nuove interpretazioni. «Il segnale, invece di essere il gigantesco ronzio nell’universo che sentiamo attraverso tutti i radiotelescopi, era uno spettro elettromagnetico ristretto», ha spiegato al DailyMail.

    «Si tratta di una sorgente puntiforme», e al divulgatore è stato detto che è improbabile che un simile segnale puntiforme abbia origine terrestre o sia causato da qualche corpo celeste.

    Holland e anche la sua fonte sono persuasi ora che il segnale rilevato dal radiotelescopio nel 2019 provenisse realmente da una specie aliena avanzata. «Hanno trovato la prova di una firma tecnologica non umana», ha dichiarato il documentarista.

    La competizione con altri gruppi di ricerca

    Oltre al team di Breakthrough Listen, ci sarebbero anche gli astronomi cinesi pronti a divulgare la notizia. Secondo Holland ci sarebbe perciò una “gara” in corso per battere i ricercatori del governo cinese nel rendere pubblica la scoperta sconvolgente.

    La Cina infatti possiede anch’essa un valido programma di ricerca radio di segnali, denominato FAST [Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope]. Il loro strumento è il radiotelescopio esistente più grande al mondo, dopo la dismissione di quello di Arecibo in Porto Rico (crollato nel 2020).

    In attesa di conferme

    Difficile dire se la notizia trapelata dalle indiscrezioni del filmmaker Simon Holland sia realmente attendibile, in ogni caso vedremo nelle prossime settimane se ci saranno conferme pubbliche da parte della comunità scientifica.

    Holland ha dichiarato che la pubblicazione dei risultati arriverà “entro qualche settimana”, e ha indicato vagamente come tempistiche il mese di novembre, dopo le elezioni americane.

    illustrazione di fantasia che ritrae un radiotelescopio in orbita con pianeti in lontananza. C'è vita nella nostra galassia oltre alla Terra?

    Che si tratti della volta buona oppure no, bisogna rilevare che negli ultimi tempi sono molteplici le voci di possibili scoperte che potrebbero arrivare dai telescopi più avanzati dispiegati dalla scienza.

    Abbiamo scritto di recente riguardo alle possibili scoperte fatte grazie al telescopio James Webb, che avrebbe individuato tracce biochimiche di vita su un esopianeta.

    Se queste scoperte dovessero confermarsi, potremmo essere di fronte a una svolta epocale nel campo della esobiologia.

    Rimanete sintonizzati, perché il futuro dell’esplorazione spaziale potrebbe riservarci rivelazioni che fino a poco tempo fa sembravano appartenere solo alla fantascienza.

  • “Immaculate Constellation”: rivelato il nome di un progetto della CIA sugli UFO

    “Immaculate Constellation”: rivelato il nome di un progetto della CIA sugli UFO

    L’ennesima conferma dell’interesse americano verso gli ufo, anche noti come uap, arriva da un testimone anonimo che si confida al giornalista Michael Shellenberger. Le sue affermazioni ricevono conferme anche da altre fonti. In attesa dell’udienza pubblica sugli ufo del 13 novembre, il discorso pubblico sugli ufo si fa più aperto – almeno negli Stati Uniti.

    In questi giorni sono emerse alcune nuove rivelazioni dall’America, da parte di testimoni e giornalisti, riguardo ai programmi di intelligence di recupero di ufo e materiali biologici di origine non terrestre.

    Sono piccoli-grandi ulteriori pezzetti del puzzle ufologico che vanno a comporsi, in attesa della nuova udienza al Parlamento Usa, che si dovrebbe tenere il prossimo 13 novembre 2024.

    Spunta il nome di un altro programma “secretato”: Immaculate Constellation

    Tra le novità più interessanti, è emerso il nome di un ulteriore programma-ombra – l’ennesimo – di “crash retrieval”, vale a dire di recupero di ufo (o uap). A rivelarlo è una fonte per ora anonima che si è confidata al giornalista americano Michael Shellenberger, della testata online Public.

    Il dato avrebbe relativamente poco peso di per sé, data la fonte anonima, se non fosse che, in questi giorni, altri personaggi pubblici hanno confermato l’esistenza di quel programma, il cui nome ha un qualcosa di poetico e fascinoso: Immaculate Constellation.

    Sembra, a quanto riportato dalla fonte, che il progetto in questione abbia preso avvio circa dal 2017, cioè proprio quando il New York Times ha dato spazio alle inchieste sugli avvistamenti di uap da parte dei piloti della marina, riaprendo di fatto in grande stile la discussione di questi ultimi anni sul tema ufologico.

    Tramite i giornalisti americani che da sempre seguono queste vicende, sappiamo che altre voci hanno confermato l’esistenza di quel programma, che rimane tuttavia uno degli Special Access Program, ai quali in genere i membri eletti governativi sono tenuti all’oscuro, essendo materia esclusiva di ristretti corpi speciali e servizi segreti.

    Vedremo se l’udienza pubblica prevista, sembra, per il 13 novembre prossimo, porterà alla luce il testimone anonimo o altri soggetti che possano fornire ulteriori dati.

    I parlamentari americani si sbilanciano di più sul tema ufologico

    Fa sempre un certo effetto sentire pronunciare pubblicamente, da membri di un parlamento di una delle maggiori potenze mondiali, frasi che fino a ieri sembravano pura fantascienza.

    Sulla scia di quanto emerso appunto grazie alla testimonianza anonima citata poco fa, tali conferme aiutano a completare il quadro, che sta diventando ogni giorno sempre più entusiasmante.

    È questo il caso di una recente intervista a un membro del Congresso, Matt Gaetz, intervistato nel podcast “The Benny Show”.

    Gaetz, interrogato sugli ufo, ha dichiarato: «Beh, ogni giorno veniamo a conoscenza di cose nuove», e ha poi proseguito dicendo che è ormai «di pubblico dominio che la CIA abbia un programma riguardo al recupero di ufo [craft recovery]. Non è più un dubbio. Da qui probabilmente bisognerebbe cominciare: il recupero di oggetti volanti, e i reperti biologici che sono stati recuperati da questi oggetti».

    Il membro del Congresso ha affermato quindi di ritenere che sia meglio «diffondere» queste informazioni, e che il bene dei cittadini non si ottempera tenendo segrete queste cose.

  • Sfere metalliche in cielo: che cosa sono?

    Sfere metalliche in cielo: che cosa sono?

    Misteriosi oggetti volanti di forma sferica, dall’aspetto metallico e lucente, sono stati osservati nei cieli di tutto il mondo. Talvolta queste sfere assumono l’aspetto di globi luminosi dalla luce intensa.

    Si muovono in formazione, creando figure a triangolo che sembrano misurare o “triangolare” qualcosa, forse un bersaglio, forse un obiettivo per loro rilevante. Assieme ad esse, se ne vedono altre viaggiare singolarmente, alcune a livello del terreno altre più in alto.

    Filmato della CBS News: video di misteriose sfere luminose che fluttuano sopra New York City, 2010. Fonte: Youtube.

    Sembra fantascienza, ma è ciò che avviene nella realtà. E non è un fenomeno recente. Sono state osservate in tutto il mondo. Il Pentagono, nell’aprile del 2023, ha rilasciato persino un video di una di queste sfere osservata in Medio Oriente, dichiarando la natura non identificata di quell’oggetto.

    In questo articolo:

    Ad oggi non si sa che cosa siano, chi le abbia costruite e quali siano le loro finalità. Ci sono soltanto delle ipotesi, formulate per lo più da ricercatori indipendenti.

    Tutte queste misteriose sfere sembrano non obbedire alle leggi della fisica a noi note: hanno infatti accelerazione istantanea, sono capaci di fermarsi in cielo e poi ripartire, le loro traiettorie sono agili. Nessuna superficie alare, nessuno scarico di gas o propellente.

    Ne sono stati osservati esemplari di vari dimensioni: da un diametro di circa 10 cm fino a sfere di circa 3 metri. Sono oggetti che semplicemente non dovrebbero esserci, non dovrebbero stare così a mezz’aria. Eppure ci sono.

    Talvolta avvistate in contemporanea ad altri oggetti non identificati di altra forma, le sfere metalliche sono un esempio di quanto siano variabili nel loro aspetto gli ufo (o “uap” secondo la nuova denominazione in uso negli Stati Uniti).

    In questo Approfondimento, abbiamo raccolto alcune delle principali informazioni sulle misteriose sfere metalliche nei cieli.

    Il video reso noto dal Pentagono

    Una di queste sfere è stata filmata in Medio Oriente, in una non ben specificata località di un teatro di azioni militari, e il video è stato declassificato e rilasciato in via ufficiale dal Pentagono.

    Il video è stato infatti reso pubblico durante l’audizione parlamentare del 9 aprile 2023, durante la quale la commissione Difesa del Senato Usa ha ricevuto gli aggiornamenti dell’agenzia AARO, l’unità della Difesa statunitense dedicata ai fenomeni non identificati (All-domain Anomaly Resolution Office). Tale oggetto è stato dichiarato come Non Identificato.

    Come riportato all’epoca anche dai giornali italiani, la risposta del Pentagono e del direttore dell’AARO di quel periodo, Sean Kirkpatrick, è stata ancora una volta piuttosto elusiva: “Il Pentagono – ha precisato Kirkpatrick – non ha prove scientifiche dell’attività di fenomeni che superino le leggi note della Fisica, ma è al lavoro per comprendere meglio il fenomeno Uap. La sigla indica tutto ciò che risulta non identificato sia in cielo che in terra che in acqua.”

    Il filmato riprende proprio uno di quegli oggetti di forma sferica, dall’aspetto metallico riflettente, senza superfici alari o scie riconducibili a sistemi di propulsione a reazione. È escluso che si tratti di un drone.

    Pochi mesi prima del rilascio di quel video, nel febbraio 2023, il giornalista americano Jeremy Corbell aveva divulgato una foto e un breve video di un oggetto del tutto simile.

    Foto rilasciata dal giornalista Jeremy Corbell di un oggetto di forma sferica filmato nel nord Iraq, oggetto noto come “Mosul Orb”.

    Il giornalista rivelò che l’oggetto era stato filmato nel nord dell’Iraq. Tale avvistamento è stato battezzato con il nome di “Mosul Orb“.

    Non è chiaro se il “Mosul Orb” e il video rilasciato ad aprile 2023 dal Pentagono riguardino il medesimo oggetto.

    Un fenomeno antico

    Le sfere metalliche nel cielo non sono un fenomeno recente. Se guardiamo in retrospettiva alla storia del Novecento, durante la Seconda Guerra Mondiale i piloti Alleati già riportavano avvistamenti di misteriose luci, da loro colloquialmente denominate “foo fighters”, che li seguivano durante le loro missioni in Europa e nel Pacifico. Questi oggetti, descritti come sfere luminose o globi metallici, si muovevano a velocità incredibili e manovravano in modo inspiegabile, lasciando i piloti sbalorditi.

    Ma se andiamo ancora più indietro nel tempo, troviamo resoconti e documenti storici molto interessanti, i quali fanno pensare che le sfere circolanti nei cieli siano molto più antiche di quanto si pensi.

    Per rimanere anche soltanto in epoca moderna, ripercorrendo la storia di alcuni secoli fa, troviamo in Europa il documento di un singolare evento avvenuto a Norimberga nel 1561.

    Il fatto, noto come “Fenomeno celeste di Norimberga del 1561” o anche come “battaglia celeste di Norimberga”, si svolse il 14 aprile del 1561, ed è documentato da una splendida illustrazione che correda un resoconto scritto, pubblicato in un articolo a stampa in quello stesso mese.

    Il fenomeno celeste sopra la città tedesca di Norimberga il 14 aprile 1561, come stampato in una notizia illustrata nello stesso mese. Fonte Wikipedia

    Il testo dell’articolo, qui riportato solo in parte, racconta:

    «La mattina del 14 aprile 1561, all’alba, tra le 4 e le 5, avvenne una terribile apparizione sul sole, e poi questa fu vista a Norimberga nella città, davanti alle porte e in campagna – da molti uomini e donne. Dapprima apparvero in mezzo al sole due archi semicircolari rosso sangue, proprio come la luna nel suo ultimo quarto. E nel sole, sopra e sotto e da entrambi i lati, il colore era sangue, c’era una palla rotonda di colore ferroso in parte opaco, in parte nero. Allo stesso modo c’erano su entrambi i lati e come un toro attorno al sole tali palle rosso sangue e altre palle in gran numero, circa tre in fila e quattro in un quadrato, anche alcune sole. […] e dentro le aste piccole e grandi c’erano tre, e anche quattro e più globi. Tutti questi cominciarono a litigare tra loro […] Inoltre i globi volarono avanti e indietro tra loro e combatterono con veemenza tra loro per più di un’ora. […] Qualunque cosa significhino questi segni, Dio solo lo sa. […]»

    Non si può escludere si sia trattato di qualche insolito e particolare fenomeno naturale, tuttavia il racconto è preciso, e gli uomini del passato non necessariamente erano osservatori peggiori di noi oggi. Anzi, è più probabile che fossero più attenti a ciò che capitava loro di vedere. L’abbondanza di dettagli nel racconto lo dimostra.

    Il fenomeno avvenuto a Norimberga è indicativo soprattutto per il fatto che, come riportato nello scritto e illustrato nel disegno, comparvero sfere e oggetti circolari disposti in strane “formazioni“ di tre o quattro sfere per volta.

    Il ricercatore Patrick Jackson ha scoperto uno schema ricorrente

    Patrick Jackson è un ricercatore indipendente di origini irlandesi. Di professione ingegnere delle telecomunicazioni, ha dedicato parte del suo tempo ad indagare a fondo il fenomeno delle sfere.

    Jackson si è interessato agli ufo soltanto dopo aver vissuto un’esperienza piuttosto strana: fuori da un pub osservò una strana figura incappucciata, ferma in un campo, una specie di monaco. All’improvviso, questa figura sparì, come smaterializzandosi. L’esperienza gli ha suggerito la possibilità che la nostra realtà sia molto più articolata di quanto si pensi. Da quel momento si è dedicato a indagare i fenomeni insoliti.

    I risultati del suo lavoro sulle sfere, esposti in un libro (“Quantum Paranormal”) e da lui più volte divulgati tramite interviste e post sui social network, sono molto interessanti e rivelano aspetti del fenomeno che aprono a diverse possibili ipotesi.

    Egli è attivo su X / Twitter dove spesso posta video di altri utenti che gli portano all’attenzione avvistamenti da loro registrati. Sono testimonianze di cittadini da tutto il mondo, che filmano o fotografano sfere metalliche e sfere luminose in cielo.

    Jackson ha elaborato una teoria, fondata su numerose osservazioni, diverse delle quali condotte da egli stesso con strumenti di rilevazione di emissioni elettromagnetiche, una teoria che andremo ora a esporre nel dettaglio.

    Sfere metalliche negli edifici abbandonati

    Innanzitutto, le sfere non si muovono soltanto in cielo a medie o alte altitudini. Ce ne sono altre che occupano edifici e seminterrati. Si tratta sempre di oggetti delle dimensioni modeste, con un raggio di poche decine di centimetri, paragonabili a una palla da baseball fino alle dimensioni di un pallone da calcio.

    Tipicamente, prediligono edifici abbandonati o disabitati. Non è infrequente che le case considerate “infestate dai fantasmi” dalla popolazione locale dei paesi e dei centri abitati, siano in realtà luoghi dove agiscono proprio le sfere di quel tipo.

    Ciò che Patrick Jackson ha scoperto, infatti, è che le sfere negli edifici, che lui ha definito “sfere di tipo 3”, fluttuando e muovendosi nell’aria, sono responsabili di rumori improvvisi che spaventano terribilmente gli avventori delle case abbandonate.

    Gli anglosassoni nel linguaggio comune hanno elaborato tutta un’iconografia del fantastico per parlare di tali fenomeni sinistri nelle case “stregate”: bene, i famosi “poltergeist”, altro non sarebbero secondo Jackson che le sfere di tipo 3 in azione.

    C’è una finalità pratica, da parte delle sfere, sostiene Jackson, dietro l’apparente volontà di terrorizzare i passanti. Le sfere infatti non sarebbero altro che uno snodo di una presunta rete di comunicazione, o di segnalazione, che trasmette “dati” da o verso altre sfere, tipicamente verso quelle che fluttuano in cielo e che si vedono muoversi singolarmente o in formazione a triangolo.

    Jackson sostiene di aver rilevato significativi picchi di attività elettromagnetica, con i suoi strumenti, dove operano queste sfere di tipo 3 negli edifici.

    I misteriosi oggetti allora sembra che vogliano spaventare le persone a fin di bene: per allontanarle quando le trasmissioni in cui sono impegnate generano scariche di radiazioni potenzialmente pericolose per l’uomo.

    Sfere di tipo 1, tipo 2 e tipo 3

    Il ricercatore irlandese ha il merito di avere individuato uno schema, un pattern, e questo gli è stato riconosciuto pubblicamente, online, da scienziati di professione, tra i quali Garry Nolan, immunologo, scienziato dell’università di Stanford che collabora da decenni con la CIA sul tema ufo. Il riconoscimento di Nolan è molto significativo.

    Le sfere di tipo 3 individuate negli edifici “trasmetterebbero” a sfere di tipo 2, che si osservano in cielo. A loro volta queste sfere di tipo 2 fanno da tramite e passano “l’informazione” alle sfere di tipo 1: quelle che si muovono in formazione triangolare, e che in numerosi video postati da utenti di ogni parte del mondo si vedono muoversi in modo sincrono e descrivere ampi triangoli in cielo.

    Immagine postata da Patrick Jackson sul suo profilo X / Twitter. Fonte: Patrick Jackson, profilo su X

    Jackson ha elaborato un diagramma che si può vedere sul suo profilo x / Twitter che sintetizza la disposizione dei tre tipi di sfere:

    Fonte: Patrick Jackson, su X

    Ciò che anche Nolan ha fatto notare al ricercatore, oltre ai complimenti, è che però occorrerebbe più prudenza e più dati per poter affermare con sicurezza qualcosa sulle motivazioni, intenzioni e scopi di quegli oggetti.

    Jackson infatti salta ad alcune conclusioni riguardo al comportamento delle sfere, che necessiterebbero però di prove ulteriori. In sintesi, egli sostiene che si tratti di un sistema di intercettazione e protezione planetario dalle “minacce”.

    In particolare, quando le sfere si dispongono a triangolo, con una quarta sfera di tipo 2 posta a una certa distanza, è il segno che la formazione a triangolo ha individuato un “bersaglio”, afferma Jacskon.

    Non è chiaro che tipo di comunicazione e di attività avvenga tra le sfere di tipo 1, 2 e 3. Inoltre, se costituiscono un sistema di difesa, da che cosa devono difendersi, o chi stanno difendendo? Sono forse una specie di sistema di protezione del pianeta Terra? E quale civiltà le avrebbe costruite?

    Tutti questi interrogativi sono doverosi, ognuno è carico di significati esistenziali e scientifici epocali. Qualsiasi risposta che riuscissimo a stabilire sulla natura delle sfere dall’aspetto metallico aprirebbe probabilmente nuovi capitoli della storia umana.

    Sfere luminose: sono la stessa cosa?

    È frequente leggere di avvistamenti di ufo che si presentano come punti luminosi, globi di luce o altre simili configurazioni. Posto che non si tratti di avvistamenti di fenomeni naturali o tecnologici terrestri interpretati in modo erroneo, sorgono alcuni interrogativi.

    In particolare, il manifestarsi delle sfere sotto forma luminosa ha qualcosa a che fare cone le sfere dall’apparenza lucente e metallica? Patrick Jackson afferma che si tratta delle stesse medesime sfere.

    Molte volte le formazioni di tre oggetti metallici (sfere di tipo 1 secondo Jackson) o anche di singoli oggetti (sfere di tipo 2 e 3) sono state osservate emettere una forte luminosità.

    Del resto, anche in forma luminosa esse si comportano in modo analogo: sono state filmate sia in formazione triangolare sia isolate in forma singola.

    Esempio di un video postato da un utente X / Twitter, che ritrae sfere luminose disposte secondo lo schema individuato da Patrick Jackson. Testimonianze di questo tipo sono numerose e provengono da tutto il mondo.

    Non è chiaro perché talvolta si manifestino con aspetto metallico, e talvolta con l’aspetto di globi luminosi dalla luce molto intensa.

    Dal punto di vista fisico, l’emissione di luce è correlata all’emissione di energia. Possiamo ipotizzare le teorie più varie al riguardo, come un intensificarsi delle loro attività di “comunicazione”, di “trasmissione”, o “rilevamento”, correlate al loro “accendersi”, ma si tratta comunque di pure speculazioni.

    Che cosa NON sono

    È bene fare chiarezza riguardo al linguaggio che utilizziamo per parlare di questi fenomeni. In inglese il termine “orb” si traduce come “un oggetto o una forma di tipo sferico”.

    L’esempio tipico che abbiamo portato è l’oggetto sferico filmato dai militari americani, noto alle cronache come “Mosul Orb”.

    Quando ci spostiamo invece nel contesto italiano, il termine “orb” viene talvolta utilizzato pari pari, non tradotto, da chi tratta i temi del paranormale e dell’occulto, per riferirsi a fantomatici oggetti luminosi che compaiono nelle fotografie scattate al buio.

    Chiariamo subito che qui, in questo articolo e sito, non ci occupiamo di quest’ultimo caso. Non stiamo dunque parlando di fenomeni dalla spiegazione abbastanza ovvia come quelli che appunto spesso sono definiti “orbs” in italiano, e che si notano scattando una foto con il flash di notte o in un ambiente buio: quelle sono semplicemente macchie sfocate che vengono impresse sulla pellicola o sul sensore di una fotocamera digitale. È pulviscolo atmosferico che, illuminato dalla luce del flash e fuori fuoco rispetto al resto dell’inquadratura, viene registrato sul sensore come l’immagine evanescente di un disco semitrasparente e traslucido.

    Al contrario, il fenomeno delle sfere metalliche in cielo è stato osservato – non solo visivamente – da molti testimoni, ma anche registrato da sensori diversi, con tecniche e frequenze molteplici, in più luoghi del mondo. C’è dunque una quantità di dati consistente al riguardo. Non si tratta dunque di “mosche davanti all’obiettivo”.

    Non sono nemmeno palloni. I palloni sonda per lo studio dei fenomeni atmosferici e meteorologici, così come eventuali palloni gonfiabili che fluttuano nel cielo, magari perché andati perduti, si comportano in maniera molto diversa. Sono infatti spostati banalmente dai venti, hanno movimenti passivi, mentre le sfere metalliche al centro del nostro articolo possiedono alcune caratteristiche osservabili eccezionali rispetto alla norma degli oggetti volanti di fabbricazione umana (aspetti eccezionali come accelerazione istantanea, lunghi tempi di “volo stazionario”, e così via…).

    Un invito per il mondo scientifico

    Quelle misteriose sfere dall’aspetto metallico circolano nei cieli sfidando il nostro senso comune. Non si conosce la loro origine, chi le abbia fatte, quale sia il loro scopo.

    Il loro moto presuppone non solo un ingente dispendio energetico che deve essere in qualche modo sostenuto da forze e sistemi di propulsione non convenzionali, ma solleva anche l’interrogativo della fonte del loro controllo intelligente.

    L’auspicio è che il mondo scientifico cominci, con curiosità e coraggio, a interessarsi a questi fenomeni.

    È la nuova frontiera della conoscenza, ed è qui tra noi: una tecnologia di cui non sappiamo i meccanismi, l’origine e le finalità.

    Ogni contributo a risolvere questo mistero sarà prezioso.

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